L’ora nera

Invasori alieni sulla Piazza Rossa. La fantascienza approda per la prima volta a Mosca e lo fa con un film che si presta a valutazioni contrastanti: sostanzialmente scontato ma a tratti originale, palesemente incongruente nello sviluppo narrativo ma a momenti piuttosto coinvolgente. Al suo secondo lungometraggio – dopo Right at Your Door del 2006, inedito in Italia - Chris Gorak affronta classici stereotipi sci-fi utilizzando una prospettiva inusuale e mostrando una discreta creatività visionaria. La pellicola si snoda con buon ritmo e si avvale di effetti speciali che, senza risultare troppo invadenti, sono molto efficaci ed a volte spettacolari; di contro, però, emergono anche pecche non marginali, come una caratterizzazione troppo banale dei personaggi ed una trama che, pur in un contesto completamente fantastico, non mostra una sufficiente logicità, per poi sfociare in un finale quanto mai improbabile.
Sean e Ben giungono a Mosca per presentare un nuovo applicativo informatico ma scoprono che un loro amico, Skyler, si è appropriato del progetto. Cercando svago e sfogo dopo lo smacco, vanno in un locale trendy dove incontrano due ragazze americane, Natalie e Anne, oltre allo stesso Skyler. Un improvviso black-out si rivela subito qualcosa di estremamente più terrorizzante: una vera e propria invasione da parte di alieni che annientano gli umani, polverizzandoli. L’improvvisato quintetto tenta allora di trovare rifugio nella cantina/magazzino del locale; riemergendo all’esterno dopo vari giorni, ogni traccia di vita sembra scomparsa e gli invasori semi-invisibili sono costantemente a caccia di sopravvissuti. Col favore del buio e sfruttando il fatto che gli oggetti elettrici rivelano la presenza degli alieni, il gruppo si mette alla ricerca di altri superstiti e di un modo per non soccombere senza lottare.
I momenti migliori del film si riscontrano soprattutto nelle sequenze in cui viene rappresentato lo scenario post-apocalittico di una Mosca devastata e spettrale, con auto abbandonate, cumuli di macerie e tanta, tanta polvere, tutto ciò che resta di milioni di vite cancellate; lo spettatore viene pervaso da sensazioni di crescente angoscia al cospetto di luoghi normalmente caotici ridotti a lugubre deserto, a partire da una Piazza Rossa al centro della quale l’unica auto presente diventa riparo e salvezza per i protagonisti. Chiari, in queste fasi, i richiami al bel film di Danny Boyle, 28 giorni dopo, dove era invece Londra a trasmettere un senso di ansia e di desolazione; non manca nemmeno la finestra illuminata che, da lontano, guida i ragazzi verso altri sopravvissuti. In questo inquietante contesto, si aggirano sinistri gli alieni invasori, rappresentati come entità di pura energia senza una forma precisa ma circondati da una sorta di campo elettrico rivelatore; gli effetti speciali ad essi correlati risultano convincenti così come la resa in 3D dei loro attacchi polverizzanti.
Dolenti note, purtroppo, provengono dalla sceneggiatura; ingenua nell’intreccio narrativo, banale nei dialoghi ed insufficiente nell’approfondimento dei personaggi. Lo sviluppo della trama si perde presto dietro spiegazioni poco plausibili e svolte ingiustificate; anche i comportamenti e le reazioni dei protagonisti sembrano ispirati dal caso e non filtrati invece dalle singole personalità individuali, che sono in effetti delineate molto rozzamente. Forse anche in conseguenza di ciò, il livello generale della recitazione risulta insolitamente modesto, anche per quel che concerne Emile Hirsch, che pure vanta nel suo curriculum una performance importante come quella in Into the wild.
Con l’eccezione de L’alba del pianeta delle scimmie, l’ultimo periodo non sembra molto favorevole per la fantascienza, con il susseguirsi di titoli poco ispirati, da World Invasion a Skyline fino a Cowboys & Aliens. Rispetto a questi, L’ora nera si fa preferire per una certa originalità ed una maggiore visionarietà; lascia tuttavia un senso di insoddisfazione ed un forte sapore di occasione mancata.
(The Darkest Hour) Regia: Chris Gorak; sceneggiatura: Jon Spaihts; fotografia: Scott Kevan; montaggio: Fernando Villena; musica: Tyler Bates; scenografia: Valeri Viktorov; interpreti: Emile Hirsch (Sean), Olivia Thirlby (Natalie), Max Minghella (Ben), Rachael Taylor (Anne), Joel Kinnaman (Skyler); produzione: Summit Entertainment, New Regency Enterprises; distribuzione: 20th Century Fox; origine: Usa; durata: 89’.
