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L’orso Yoghi

Pubblicato il 21 gennaio 2011 da Giovanna D’Ignazio


L'orso Yoghi

L’orso Yoghi è un prodotto confezionato meticolosamente, e forse a questo è dovuto il suo grande successo. Il parco di Jellystone è in pericolo: la città rischia la bancarotta e il sinistro sindaco Brown, costantemente affiancato dal suo leccapiedi, decide di chiudere la riserva rendendola uno spazio “ad uso agricolo”. D’altronde Jellystone è in deficit e il tentativo di salvarlo grazie agli incassi in onore del centesimo anniversario del parco fallisce in seguito ad un mal riuscito spettacolo sugli sci d’acqua improvvisato da Yoghi. Il ranger Smith, tradito dal suo vice che ne prende il posto, viene relegato in un un’aiuola urbana, mentre il sindaco procede al disboscamento. Il ranger è però incoraggiato a non arrendersi dalla documentarista Rachel Johnson, la quale ha scoperto che nel parco vive un rarissimo esemplare di tartaranagura, e affiancato da Yoghi e Bubu, dopo alcune peripezie smaschera le reali intenzioni del sindaco e salva il parco.

Se nella versione italiana si perdono irreparabilmente le interpretazioni di Dan Aykroyd e Justin Timberlake (rispettivamente le voci di Yoghi e BooBoo), non passa inosservata la cura maniacale del dettaglio, che emerge chiaramente dall’ottima qualità del lavoro di animazione, sebbene questo non compensi le carenze di una sceneggiatura sì semplice per necessità, perché dedicata ai bambini, ma evidentemente debole. Eric Brevig (già regista di Viaggio al centro della terra del 2008, oltreché responsabile degli effetti speciali di Pearl Harbor e Man in black) dichiara di aver avuto a disposizione per la realizzazione di Yogi Bear la tecnologia più all’avanguardia attualmente disponibile, inesistente fino ad un anno fa, con possibilità di definizione altissime. Non nasconde dunque la principale missione del film: quella di sperimentare tutte le opportunità visive che la storia offriva. Tuttavia le serie a cartoni animati americane, così come anche i film di animazione, hanno abituato a una “ironia della crudeltà” ormai troppo consolidata per poter rendere apprezzabile, se non in chiave nostalgica, un film evidentemente anacronistico come L’orso Yoghi.

Non convince il tentativo, tralaltro ben riuscito tecnicamente e narrativamente, di riproporre una versione il più fedele possibile al noto cartone animato del 1958 di Hanna e Barbera, che tuttavia consente al film di raggiungere ottimi incassi al botteghino statunitense, ma al di sotto delle aspettative in Italia. L’intenzionale scelta di ambientare la storia in una “contemporaneità” priva di riferimenti alla tecnologia (se non nella messa in scena), e che può essere tanto quella attuale, quanto quella degli ultimi cinquant’anni, affidando l’umorismo praticamente solo alle tipiche slapstick dell’animazione pre-Simpson (dalla gag della torta in faccia a quella dell’aliante a pedali, da quella dello sci acquatico alla classica cascata in stile niagara) rischia di svelare drammaticamente quanto esile sia il sentimento di nostalgia sul quale il film vuole fare leva. Il pic-nic sembra essere una reminiscenza dell’immaginario del secolo scorso, che trova il suo corrispettivo attuale nel comodo fast-food, mentre il parco è stato soppiantato agilmente dal centro commerciale, tanto nello spazio urbano quanto nelle vite delle famiglie del nuovo millennio. Pur suggerendo la necessità di recuperare il fondamentale rapporto di rispetto per gli spazi naturali il film non raggiunge assolutamente le vette poetiche di lavori di animazioni quali Wall-e e Up, anzi la sua ingenuità si limita a strappare qualche sorriso qua e là, senza suscitare grandi entusiasmi.


CAST & CREDITS

(Yogi Bear) Regia: Eric Brevig; sceneggiatura: Jeffrey Ventimilia, Joshua Sternin, Brad Copeland; fotografia: Peter James; montaggio: Kent Beyda; musica: John Debney; interpreti: Yogi (Dan Aykroyd), Boo Boo (Justin Timberlake), ranger Smith (Tom Canavagh), Rachel Johnson (Anna Faris), ranger Jones (T. J. Miller), sindaco Brown (Andrew Daly); produzione: Sunswept entertainment/De Line pictures production; distribuzione: Warner Brothers:; origine: U. S. A./Nuova Zelanda; durata: 80’.


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