X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



L’UOMO SENZA SONNO

Pubblicato il 6 novembre 2004 da Armando Chianese


L'UOMO SENZA SONNO

Non è eccessivo, nei limiti del citazionismo e della paternità di un’opera cinematografica, dire che per questo film l’inglese Anderson si sia ispirato a grandi maestri del calibro di Alfred Hitchcock e Roman Polanski. Scomodare questi due autori per meglio collocare un film come L’Uomo senza sonno è indubbiamente qualcosa che niente ha a che vedere con le trovate del settore “marketing e pubblicità” di certi distributori nostrani. Siamo davanti ad un film ineccepibile, realizzato con dispendio di mezzi e con cura da un’industria cinematografica, quella spagnola, che qui esprime tutta la sua propensione verso i generi, volando alto grazie a un regista che non sia una volta tanto il solito Jaume Balaguerò e la sua indipendente Fantastic Factory. Trevor Reznik (il Christian Bale di American Psycho) lavora come operaio in una fabbrica in cui i rapporti con i colleghi sono tutt’altro che rosei. Causa del suo nervosismo è uno strano tipo di insonnia che a lungo andare lo porterà a non dormire più per un anno. Col passare del tempo il male lo affliggerà a tal punto da distruggerlo nel fisico e nella mente, causandogli una serie di allucinazioni che lo porteranno sull’orlo della follia. La situazione in fabbrica intanto degenera quando per una distrazione un collega quasi rischia di perdere la vita. Ma forse dietro tutta questa storia c’è un complotto ordito ai danni di Trevor (da se stesso? dai colleghi?) che addirittura inizia a sospettare della sua stessa esistenza. Ben interpretato e girato in maniera onirica e allucinata, il film può essere il simbolo di un cinema fantastico europeo che si sta riscoprendo e innovando nel segno dei vecchi maestri e dell’ispirazione letteraria. È impossibile non pensare al Dostoevskij di Delitto e castigo o de Il sosia quando le trame della complessa sceneggiatura di Scott Kosar improvvisamente si sciolgono. Il potere evocativo delle immagini rarefatte è in grado di spaventare anche lo spettatore più scaltrito. I dettami del thriller non vengono stravolti ma rielaborati includendo elementi fantastici e psicologici degni anche del miglior cinema di Cronenberg e Lynch. Quella di Anderson è una scommessa vinta con lo spettatore: l’impegno a mantenere alta la tensione, il ritmo, dal primo all’ultimo minuto senza lasciare niente al caso. Siamo davanti alla lieta scoperta di un genere nuovo, una ventata di freschezza nell’asfittico panorama del thriller psicologico, che potrebbe essere in grado di rimettere in carreggiata l’Europa dopo l’ondata di “horror al telefono” proveniente dall’Asia.

[novembre 2004]

Regia: Brad Anderson. Sceneggiatura: Scott Kosar. Fotografia: Xavi e Charlie Gimenez. Montaggio: Luis De La Madrid. Musica: Roque Banos. Interpreti: Christian Bale, Jennifer Jason Leigh, Michael Ironside, Aitana Sanchez Gijon, Larry Gilliard jr. Produzione: Julio Fernandez. Origine: Spagna 2004. Distribuzione: Nexo. Durata: 102’. Web info: sito ufficiale

Enregistrer au format PDF