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La bande des jotas

Pubblicato il 17 novembre 2012 da Giovanna D’Ignazio


La bande des jotas

Con il suo terzo film Marjane Satrapi, che questa volta non si avvale della collaborazione di Vincent Paronnaud, com’era accaduto per le versioni cinematografiche di Persepolis e del Pollo alle prugne (entrambi tratti dalle omonime storie a fumetti di cui la Satrapi è autrice e disegnatrice), riesce ancora una volta a stupire con La bande des jotas, un lungometraggio molto diverso dai precedenti, che la regista afferma di aver realizzato solo per divertimento. La stessa Satrapi in questo film dimostra una grande autoironia e un discreto talento nell’interpretare il personaggio principale, quello di una misteriosa femme fatale in fuga dalla mafia spagnola.

Il francese Didier e lo svedese Nils stanno attraversando in automobile la Spagna per partecipare ad un torneo di birmington, quando vengono contattati da una misteriosa donna che ha preso per errore la loro valigia. Abiti neri, lunghi capelli scuri, grandi occhiali da sole, rossetto rosso e sigaretta tra le dita, l’enigmatica donna chiede aiuto alla coppia di amici per sterminare gli assassini della sorella: un gruppo di pericolosi mafiosi spagnoli meglio noti come la banda delle jota, a causa del fatto che i nomi dei menbri iniziano tutti per J. I due uomini, interdetti, si trovano loro malgrado coinvolti in una vicenda ironicamente cruenta che li vede diventare nel giro di pochi giorni dei perfetti assassini professionisti in grado di sterminare la presunta temibile gang di criminali.

La banda des jotas è un divertente road movie che gioca con gli stereotipi coniati dal cinema di genere statunitense, con particolare riferimento al noir contaminato da elementi horror. Il film, dichiaratamente di poche pretese, confonde parodia e omaggio, evocando i classici capolavori del cinema, tanto europeo (Jules et Jim, Non tirate sul pianista, Fino all’ultimo respiro), quanto americano (oltre ai classici del noir e un mood alla De Palma, spicca l’abusata citazione di Shining). Il lungometraggio riesce a divertire soprattutto nella prima parte, molto più movimentata della seconda e ricca di trovate alla Tarantino, come le numerose teorie (da quella sui nomi propri a quella sugli occidentali che sposano donne giapponesi) snocciolate della protagonista tra un omicidio e l’altro. Peccato che questo spirito goliardico e leggero, palesemente ironico, scivoli in una meno brillante seconda parte che si conclude in un finale corrivo, dal quale emerge evidente lo scemare delle idee, sebbene se ne possa apprezzare l’intenzionale apertura (i misteri relativi alla protagonista non trovano risposte).


CAST & CREDITS

Regia: Marjane Satrapi; sceneggiatura: Marjane Satrapi; fotografia: Cristian Pirjol; montaggio:Stéphane Roche; musica: Denis Vautrin; interpreti: Marjane Satrapi, Mattias Ripa (Nils), Stéphane Roche (Didier), Ali Mafakheri, Cristian Pirjol, Maria de Medeiros; produzione: Atelier VFX, TAJ Productions; origine: Francia, Belgio 2012; durata: 77’;


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