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La-Bàs

Pubblicato il 9 marzo 2012 da Sila Berruti


La-Bàs

In francese La bas significa, tra le altre cose, l’altrove. Un posto mitico, quasi mitologico, dove i sogni diventano realtà, dove tutto dipende dalla tua voglia di fare e dalla forza dei tuoi desideri. La-Bàs è anche uno dei tanti francesismi che ritroviamo nel dialetto napoletano ma nell’accezione partenopea del termine il significato si ribalta per assumere una connotazione non per forza negativa ma che indica qualche cosa che sta sotto, in basso, nascosta…. Questa dicotomia la ritroviamo nel film di Guido Lombardi che con sensibilità e attenzione racconta una storia di emarginazione, amicizia e aspirazioni legata ad un fatto di cronaca, certamente, ma dal sapore universale.
Le grandi città sono fatte di quartieri, i quartieri di strade e le strade di case. Dentro le case ci sono gli uomini e gli uomini sono fatti di storie e le storie sono fatte di scelte. La-Bàs è la storia di queste scelte, uno zoom velocissimo e vertiginoso dall’alto verso il basso, dal sogno verso la realtà, dal desiderio dell’ altrove alla verità di una vita vissuta quasi di nascosto, in silenzio e senza la speranza di un domani diverso.
Castelvolturno: Yssouf , appena arrivato dall’Africa con il desiderio di fare l’artigiano come promesso da suo zio Moses, si scontra con una realtà complessa e diversa da quella che aveva immaginato. Una parte della comunità africana locale vive di piccoli lavori saltuari e riesce a mandare a casa solo lo stresso necessario per sfamare la famiglia. L’altra è invece ricca e veste elegantemente spostandosi su macchine di lusso. Queste due facce della medaglia non convivono serenamente, si tollerano a stento considerandosi reciprocamente dannose. Moses è un boss locale, stringe affari con la camorra e commercia in cocaina. Yssouf è ambizioso e non accetta di essere sottopagato. Quando le cose si mettono male, quando i rapporti con la camorra di incrinano la vicenda è destinata a prendere una oscura piega, il giovane sarà costretto a guardare la realtà in faccia senza filtri o mediazioni. Ispirato ad un fatto di cronaca, l’eccidio di un gruppo di giovani ragazzi africani avvenuto per mano di alcuni camorristi all’interno di una sartoria, La-Bàs è un film anche risente della potenza della storia che racconta.
Non è facile avvicinarsi a vicende così mantenendo uno sguardo distaccato e disincantato. Non è facile non schierarsi a favore degli africani “buoni” che accettano di essere sfruttatati e condannare quelli che hanno scelto una vita più agiata scendendo a patti con la criminalità organizzata. Non è facile delineare caratteri complessi senza cadere nel tranello del buono e del cattivo, della vittima che è solo vittima e del carnefice che è solo carnefice. Lombardi ci prova ma l’esperimento riesce solo parzialmente. Partendo dal presupposto che storie di questo genere meriterebbero sempre di essere raccontante e ricordate e che è film come La-Bàs hanno il merito di tirare la testa di ognuno di noi fuori dalla sabbia, bisogna stare anche molto attenti a bilanciare in maniera corretta il rapporto tra forma e contenuto. Quando si trattano temi come la criminalità e immigrazione il “come” assume una importanza tanto grande non poter essere considerata relativa.
La-Bàs è un film coraggioso nella sua sostanza, dunque, ma timoroso nella forma. Con qualche spunto interessante ma poco originale, con qualche idea buona ma spesso mal sfruttata. Con un potenziale altissimo che rimane purtroppo e troppo spesso inespresso.


CAST & CREDITS

Regia: Guido Lombardi; Sceneggiatura: Guido Lombardi; Fotografia: Francesca Amitrano; Montaggio: Annalisa Forgione, Giuseppe Legnetti; Musiche: Giordano Corapi; Suono: Davide Mastropaolo, Leandro Sorrentino; Costumi: Francesca Balzano; Scenografia: Maica Rotondo; Interpreti: Kader Alassane (Yssouf), Moussa Mone (Moses), Esther Elisha (Suad), Billy Serigne Faye (Germain), Fatima Traore (Asetù), Alassane Doulougou (Idris), Salvatore Ruocco (il “casalese”), Franco Caiazzo (Zi Peppe), Gaetano Di Vaio (gestore autolavaggio), Marco Mario De Notaris (chirurgo); Produttore esecutivo: Gennaro Fasolino; Produzione: Dario Formisano, Gaetano Di Vaio, Gianluca Curti; Origine: Italia; durata: 100’.


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