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La città verrà distrutta all’alba

Pubblicato il 22 aprile 2010 da Angela Cinicolo


La città verrà distrutta all'alba

Sembra quasi profetica l’uscita in sala del remake del film di Romero in tempi così sospetti come i nostri, in cui nubi nere dai cieli d’Islanda hanno procurato non pochi disagi alla viabilità aerea e causato non poche ansie a buona parte dell’Europa. Non sarà difficile adesso per i più superstiziosi farsi divorare da fobie su catastrofi e cataclismi imminenti perché la forza suggestiva del film del giovane e bravo Breck Eisner, che passa per la prima volta dal mondo degli spot al grande schermo, è così travolgente che sarà dura dimenticare che è solo un film. La città verrà distrutta all’alba effettivamente non è solo un film e non solo per la sua qualità, ben al di sopra della media dei più recenti remake horror, ma per il messaggio che il maestro di tutte le zombieland, George Romero, ci aveva già lasciato nel lontano 1973. Un merito dunque, finalmente, per un genere ancora bistrattato come quello dell’horror, che, fondendosi con la fantascienza, in una commistione esemplare, quello di far leva su alcune delle pià profonde paure dell’uomo, da sempre: la fine dei giorni.

Lo scenario apocalittico e terribilmente shockante del film, che ricorda 28 giorni dopo, ci porta nella piccola e tranquilla cittadina di Ogden Marsh, nel Midwest, dove, dopo aver bevuto dell’acqua contaminata da una misteriosa tossina, gli abitanti si trasformano in pericolose belve assassine, esseri disumanizzati che sembrano aver perso il senno (il titolo originale è infatti The Crazies). I pochi cittadini scampati alla violenta epidemia batteriologica che ha inaridito la città e mina l’intera umanità, sono lo sceriffo e sua moglie, incinta, che devono fare i conti con jene che depradano quanto rimasto e assassinano i pochi corpi con parvenza umana. Un clima di terrore insostenibile aumenta fino a destabilizzare anche i rapporti tra amici e colleghi: in preda all’stinto di sopravvivenza nessuno è più in grado di fidarsi degli altri. La diffidenza e i sospetti presto diventano più contagiosi dello stesso letale virus all’origine dei mali. E l’arrivo dell’esercito, che irrompe con atroci misure cautelative, esattamente come accadeva nell’originale Rec, non fa che far precipitare la situazione. Chi scampa alla follia, dovrà vedersela con lo spettro di una morte contro cui si lotta fino agli stremi.

Il classico di Romero, qui in veste di produttore esecutivo, viene rivisitato non a caso in chiave contemporanea, utilizzando i punti di forza dell’originale come la personalissima critica antimilitarista e le atmosfere taglienti che gonfiano la suspense spaventando personaggi e spettatori, ma facendo leva su argomenti come la sicurezza, un tema che sta a cuore per il popolo che ha vissuto e subito l’uragano Katrina. Calando dunque nel suo canovaccio originario la storia e aggiungendovi una pungente, seppure non originale, reinterpretazione, Eisner rigenera un cult e si appresta a bissarne il successo al botteghino. A rendere il film un ottimo prodotto sono anche gli aspetti tecnici come la fotografia, che riesce a descrivere una realtà che riporta alla mente paesaggi hopperiani come quello di Una storia vera e a catapultarvi lo sguardo dello spettatore coinvolgendolo fino alla tachicardia. L’immagine, che spesso riporta alla mente alcune delle più riuscite scene di X-Files, si coniuga, mentre sembra svincolarsene, al cinismo alla Raimi che trasforma la tremenda storia dei "folli" in un viaggio tragicomico esilarante: Eisner riesce con notevole bravura a equilibrare le corde tese della sua opera, a farci ridere e godere di uno spettacolo che gli amanti dell’horror non possono perdersi e a montare con uno straordinario ritmo la tensione in cui ci affonda l’attimo dopo che credevamo di averla fatta franca.


CAST & CREDITS

(The Crazies); Regia: Breck Eisner; soggetto: George A. Romero; sceneggiatura: Scott Kosar e Ray Wright; fotografia: Maxime Alexandre; montaggio: Billy Fox; interpreti: Timothy Olyphant, Radha Mitchell, Joe Anderson, Danielle Panabaker, Christie Lynn Smith, Brett Rickaby, Preston Bailey; produzione: Overture Films e Penn Station; distribuzione: Medusa; origine: USA, 2009; durata: 100’


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