La costruzione del muro

"....we came in?" - E’ già stato detto di come la struttura e le ritmiche dei testi dei Pink Floyd seguono in quasi tutti i casi di grandi successi quello stesso magico imprinting impostato da Syd Barrett con Astronomy Domine. Cambiano completamente i suoni, i toni, le atmosfere e le idee soprattutto che si spostano dai vaghi ricordi di lontane cantilene prodotte da sedute psicoanalitiche indotte da allucinogeni e pozioni magiche varie verso contenuti più ampi, attuali, di critica. E cambia anche il lessico, diventa molto più concreto sia per le immagini che per le frasi utilizzate - Flatland.
riverrun - In partenza, anche questo è stato già visto, c’è la circolarità, archetipica ancorchè infantile o elementare, di Joyce; sia che questa si manifesti attraverso uno dei suoi poemetti tipo Chamber Music, sia che questa ricalchi la struttura di base di Finnegans Wake come nel caso di The Wall. E tra l’altro osservando le diverse angolazioni a cui i Pink Floyd di volta in volta guardano a Joyce, possiamo chiarificare ancora meglio il passaggio dalle metafore barrettiane a quelle di Waters, osservando il passaggio da Chamber Music a Finnegans Wake.
Ancora una volta però la concretezza della semantica e del lessico di Roger Waters si esprime tramite un’immagine dove con Barrett le immagini erano per lo più evocative e non rappresentative. E in questo caso è il muro l’immagine paradossalmente ricorsiva, ripetitiva e di reiterazione integrata, utilizzata da Roger Waters per visualizzare il concetto di ricorsività, di looping, e di paranoia, quando la ripetizione, kierkegaardiana prima ancora che da esperimento mentale o di magia (risalendo dietro alle origini dell’analisi) - altra bella e nitida citazione dei testi di Waters - gira e si avviluppa in maniera anomala e devastante tra i nostri pensieri prima e nelle nostre relazioni poi. Lo stesso Roger Waters utilizzerà pezzi di vecchie registrazioni per assemblare il concept del suo The Wall, a partire dall’urlo, da Munch, a Careful With That Axe, Eugene, Come In Number 51, Your time Is Up, e fino a The Happiest Days Of Our Lives - a way a last a love a long the
Il muro infatti, oltre che essere, probabilmente, una delle prime costruzioni dell’uomo, una delle più intuitive e immediate creazioni umane, si fa un passo alla volta, ripetendo, mettendo assieme, la stessa struttura elementare di base, passo dopo passo, sintagma su sintagma: lo stesso sintagma si ripete ipoteticamente all’infinito e origina una struttura che è il primo simbolo concreto della compattezza, non circolare, ma verticale od orizzontale, in linea di massima seguendo la linea retta, la freccia del tempo, qualunque sia la sua direzione, anche circolare molte volte. Punto linea e superficie. Gli Elementi di Euclide. Sembra tutto claustrofobico - no way out, no future - ma alla fine il muro cade in pezzi. E in maniera molto paradigmatica i Pink Floyd, sicuri interpreti migliori delle possiiltà tecnologiche in campo artistico ma che nemmeno ai tempi di Syd Barrett sono stati davvero tanto innovativi dovendo anteporre, a di là della scena artistica americana Psichedelica o di Pop Art, la tecnica di Brian Jones alle visioni di Syd Barrett, vanno oltre il muro del punk e aprono al post-punk, al postmoderno musicale (proprio impiegando Joyce come metafora del valico concettuale tra modernismo e postmoderno) per non dire sempre del postindustrial di cui, anche qui allora, e a costo di essere ripetitivi, è molto più che semplicemente corretto tranquillamente parlare di Nebraska - "Isn’t this where...."
http://www.pinkfloydstore.co.uk/aca..., http://www.pink-floyd-lyrics.com/, http://www.jamesjoyce.ie/detail.asp... - Si può discutere sulla somiglianza del poster del film di Alan Parker su The Wall con la copertina del primo dei King Crimson. Ma proprio considerando le condizioni in cui si erano cacciati i Pink Floyd, e alla luce dello spiazzante In The Court Of The Crimson King - An Observation By King Crimson, lo sforzo del gruppo di arrivare a The Wall amplifica il valore dell’opera del combo di Cambridge giustificando la riconquista delle immagini delle tematiche trattate. Da Meddle in avanti Fripp e soci saranno costretti a inventarsi un nuovo genere, come poi hanno fatto per la gioia dei nostri ascolti. In ogni caso dal 27 Febbraio 2012 è disponibile in tre versioni la ristampa di The Wall arricchita con contenuti inediti. In grasetto riferimenti a The Wall e Finnegans Wake.
