LA GANG DEL BOSCO

In un tranquillo bosco americano inizia la primavera e una eterogenea famiglia di animaletti selvatici ricomincia a foraggiare le proprie provviste per l’inverno seguente ma la comparsa inattesa di una grande siepe vicino al loro habitat (si scoprirà poi essere il limite di un quartiere residenziale) causerà loro non pochi patemi. Poco prima, uno scaltro procione di nome RJ, causa un non proprio felice risveglio ad un grosso orso bruno decisamente cattivo, distruggendogli tutte le provviste. RJ si vede quindi costretto, pena la morte entro una settimana, a recuperare nuovamente le provviste dell’orso. Da solo ha, però, poche speranze di farcela e così l’incontro con il curioso gruppo di animaletti di cui sopra (che comprende una tartaruga, Verne, uno scoiattolo, Hammy, due opossum, Ozzie e Heather, una puzzola, Stella, e due porcospini con tanto di prole, Penny e Lou), gli apre la via della razzia nel mondo degli umani: l’accesso alla bella vita. Iniziano così le avventure della Gang del Bosco del titolo (anche se l’originale, Over the hedge, letteralmente oltre il limite, mi sembrava meglio...) che, nonostante la repulsione di Gladys, una perfida presidentessa dell’associazione dei padroni di casa locali (una specie d’amministratrice di condominio per capirci... ma con molti più soldi!) capace di ricorrere al malvagio Disinfestatore proveniente dal Texas (dov’è che ho già visto qualcosa di simile...?), riuscirà nell’intento di salvarsi la pelle e di garantirsi una tana ricca di cibo per l’inverno che verrà.
E’ tempo di rivedere all’opera la Dreamworks e, mai, ci saremmo aspettati un ritorno di fiamma decisamente superiore a Madagascar (che non avevamo disdegnato l’anno passato): La Gang del Bosco è un film d’animazione semplicemente spassoso, ottimamente realizzato (ma di questo non ci stupiamo più) ed incredibilmente sarcastico. Pungente. Al centro della storia troviamo questi allegri animali selvatici che vivono (loro malgrado) a stretto contatto con gli esseri umani. Naturalmente è una coabitazione con non pochi problemi ma, senza mezzi termini, queste bestioline, pelose e non, risultano sempre una spanna e mezza sopra i loro vicini umani, sia per intelligenza che per arguzia, oltre che per sarcasmo. Un sarcasmo ereditato da una fonte originale: il fumetto Over the Hedge realizzato da Michael Fry e T Lewis (ampiamente "sfruttati" per la realizzazione del film). La Gang del Bosco è una sorta di prequel delle strisce dei due fumettisti americani, tiene a precisare Tim Johnson, uno dei due registi: "la nostra storia inizia là dove inizia la striscia, dove l’amicizia tipo ’la strana coppia’ tra Verne e RJ è già cementata. Il film racconta di come si sono incontrati, cosa che ci consente di guardare ai personaggi in maniera assolutamente nuova." Personaggi, che più delle situazioni, sono il motore dell’ultimo lavoro targato Dreamworks. In particolare, colpiscono particolarmente tre di essi: Ozzie, Tiger e Hammy. Il primo, un opossum sempre-morto, non sfigurerebbe in un film muto d’inizio secolo o sul palco d’un teatro, data le sue drammatiche scene di decesso, degne del miglior attore tragico! Tiger è invece il gatto di Gladys, viziato e sovrappeso, che, innamoratosi di Stella, non ci pensa due volte a seguirla per amore. Istrionico e "brandesco" (vediamo chi trova la citazione più eclatante a Fronte del porto...), Tigerio Mammooth Shabbaz ,nonostante la sua breve apparizione, è forse uno dei migliori gatti animati mai visti sullo schermo. (Ebbene si, per me supera anche lo Stregatto ed il Gatto con gli stivali di Shreck 2!) Finiamo poi con Hammy lo scoiattolo schizzato... sorprendentemente comico, arriva nel finale a rubare la scena sia a RJ che a Verne, in una sequenza caffeinica d’antologia (anche se ricorda un pò troppo una puntata di Futurama). Nodo cardine del film è il concetto di famiglia o gruppo d’appartenenza: Verne e i suoi compagni sono una famiglia, si definiscono come tale sin da subito. RJ, invece, è un solitario, il tipico personaggio che si fa da famiglia da solo. L’incontro tra queste due, diciamo, ideologie, provoca un cortocircuito in RJ, e naturalmente anche nella sua controparte antagonista (chiamiamola così, anche se non è propriamente vero) Verne: il procione egoista capisce, attraverso la collaborazione con gli altri, che avere una famiglia, o comunque una casa a cui ritornare, non è male. Verne, da par suo, è invece morso dall’invidia, verso il nuovo arrivato che pian piano gli soffia il posto: anche a lui piacerebbe essere un avventuriero con la battuta pronta e una gran dose di carisma (oltre che di paraculaggine) ed è per questo che, dopo che la Gang ha recuperato tutto il cibo necessario affinchè RJ si salvi la pelle, la cauta tartaruga, in un impeto di decisionismo acuto, risolve di riportare agli umani il maltolto, quasi a simulare un trattato di pace. Ma non ci riesce. E si accorgerà che, in fondo, essere ciò che non si è, causa solo problemi. Entrambi dunque impareranno a fidarsi uno dell’altro, arrivando a stringere una ferma, quanto insolita, amicizia, che dura ancora sulle strip giornaliere di Fry e Lewis.
Il cast tecnico è di prim’ordine. Ho già citato Tim Johnson, già regista di Z - La Formica e di una delle puntate dei Simpson più amate dai fan (Homer3, dove il capo della famiglia Simpson si trasforma in personaggio 3D), coadiuvato nella regia de La Gang del Bosco da Karey Kirkpatrick (anche sceneggiatore), alla sua prima esperienza da regista e famoso per aver sceneggiato un famosissimo film della Ardman del 2000: Galline in fuga. A loro si affianca un cast stellare di voci: Bruce Willis (RJ), Avril Lavigne (Heather), Nick Nolte (Vincent l’Orso) e Thomas Haden Church (Spartaco il Disinfestatore), sono solo alcuni degli attori coinvolti in questo progetto, che nella versione italiana si avvale della collaborazione di Luca Ward, nei panni di RJ, e di Pupo, in quelli di Hammy.
(Over the Hedge) Regia: Tim Johnson, Karey Kirkpatrick; soggetto: Michael Fry, T. Lewis; sceneggiatura: Len Blum, Lorne Cameron, David Hoselton, Karey Kirkpatrick; musica: Ruppert Gregson-Williams; scenografia: Kathy Altieri; costumi: Jane Poole; interpreti: Luca Ward (RJ), Pupo (Hammy); produzione: Bonnie Arnold, Ellen Coss, Jim Cox, Bill Damaschke, Christian Kubsch; distribuzione: UIP; origine: USA, 2006; durata: 83’.
