La guerra dei vulcani
Interessante e importante operazione quella realizzata da Francesco Patierno con il documentario La guerra dei vulcani, presentato a Venezia 69 nella sezione Classici.
Il regista napoletano, già al Lido lo scorso anno con Cose dell’altro mondo, torna al cinema di non fiction e lo fa a modo suo. Le vicende sentimentali che coinvolsero il triangolo Anna Magnani-Roberto Rossellini-Ingrid Bergman nel 1950 attirando l’attenzione dei media di tutto il mondo sono raccontate sullo schermo grazie ad un accurato lavoro di montaggio che mette insieme sequenze di film, fotografie, backstage e cinegiornali dell’epoca.
Nessuna intervista diretta ai testimoni di tali avvenimenti sono state realizzate o recuperate per essere inserite nel documentario. Patierno sceglie di far procedere la narrazione con una costante voce fuori campo che ripercorre dettagliatamente i fatti e attraverso una originale manipolazione del materiale audiovisivo da lui selezionato. Scene dei film con la Magnani e la Bergman vengono così decontestualizzate dalle opere originarie di appartenenza, riutilizzate ed accostate in modo tale da creare una nuova coerente narrazione. Un’operazione dunque, quella di La guerra dei vulcani, che lascia esplodere sullo schermo una straordinaria cinefilia e che soprattutto si propone come importante esplorazione di una pagina quasi dimenticata della storia del cinema. Perché le vicende sentimentali che videro protagonisti il regista di Roma città aperta, l’attrice italiana e quella svedese, non rappresentarono solo un noto caso di gossip internazionale, ma ebbero forti ripercussioni sulla stessa industria cinematografica. La separazione tra la Magnani e Rossellini e il congiungimento sentimentale tra quest’ultimo e la Bergman avvennero infatti contestualmente alle riprese dei film Stromboli terra di Dio e Vulcano, il primo realizzato dal regista italiano con la diva di Notorius e prodotto dal magnate americano Howard Hughes, il secondo finanziato e voluto dalla Panaria Film che, certa del “furto” di un loro soggetto preesistente da parte dell’autore di Paisà, organizzò velocemente le riprese della pellicola e coinvolse la Magnani per contrastare la produzione e l’uscita del film di Rossellini. I due film vennero dunque girati in contemporanea sulle due isole eoliane e questa sfida cinematografica a distanza, rimarcata dal graduale svelamento mediatico della relazione tra Rossellini e la Bergman, in quel periodo dominava le pagine dei giornali venendo definita, appunto, “la guerra dei vulcani”.
Il documentario di Patierno scorre sullo schermo con un ottimo ritmo, non si dilunga in digressioni narrative superflue e porta avanti il gioco citazionistico quanto basta. Un film importante che ci riporta ad un’epoca del cinema e ad una generazione di attori e registi di cui oggi dovremmo tutti sentire tanta nostalgia.
(La guerra dei vulcani) Regia: Francesco Patierno; produzione: Todos Contentos Y Yo Tambien; in collaborazione con Wide House, Cinecittà Luce, Centro Studi Eolian; distribuzione: Cinecittà Luce; origine: Italia; durata: 55’.