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La madre

Pubblicato il 23 marzo 2013 da Antonio Valerio Spera
VOTO:


La madre

Ispirato al suo corto di successo Mamà e prodotto da Guillermo Del Toro - che si conferma ottimo talent scout - , La madre è l’esordio nel lungometraggio del regista argentino Andrés Muschietti. Horror che rispetta in pieno le regole del genere, condito da un sottotesto che punta alla psicanalisi e all’indagine dei sentimenti umani e da uno sguardo verso Oriente per la costruzione dell’impianto visivo e delle atmosfere, La madre porta sullo schermo la storia di due bambine orfane, sopravvissute cinque anni da sole in una casa nel bosco e, una volta ritrovate, prese in affidamento dallo zio e dalla sua compagna rockstar. I due nuovi genitori devono però fare i conti con il passato, e cioè con il lungo periodo di isolamento delle due ragazzine: come hanno fatto a sopravvivere tutto questo tempo senza nessuna assistenza adulta?
Ovviamente nella risposta a questa domanda si cela l’elemento horror e sovrannaturale della pellicola. Elemento già svelato in parte nel bellissimo prologo e gradualmente approfondito nell’evoluzione del racconto, e che nel film è funzionale tanto alla costruzione della tensione quanto alla sua riflessione sulla maternità. L’opera di Muschietti è infatti strutturata sul confronto tra due madri: una è la creatura che dà il titolo al film, un essere spettrale che accudisce le due ragazzine, l’altra è appunto la dura rockstar compagna dello zio (interpretata da una Jessica Chastain irriconoscibile e sempre notevole), che si trova costretta a improvvisarsi genitore in questa complicata situazione. Il film è sostanzialmente la sfida tra queste due donne, una che da quasi due secoli non riesce ad accettare la perdita del figlio e l’altra che invece i figli non li vorrebbe proprio e che scopre di colpo in fondo a se stessa il bisogno della maternità. Questo gioco delle parti, in cui orrore e tenerezza, racconto familiare e dimensione sovrannaturale si mescolano continuamente, funziona però solo a metà. Se infatti nella prima parte l’esordiente cineasta sudamericano è abile nel creare l’atmosfera giusta, sospesa tra favola nera, horror e thriller, in cui il “mostro” del caso vive in un fuori campo costantemente evocato ma mai mostrato del tutto e in cui pone le basi per un film che possa scoprire lentamente un sottotesto che travalichi le pure regole strutturali del genere, nella seconda metà la pellicola mette da parti tali premesse, perdendo la bussola del racconto con svolte narrative a dir poco confuse e soprattutto banalizzando il confronto tra le due madri, stemperandolo in un clima da gothic fantasy che stona con il resto della pellicola.
Un peccato, prima di tutto perché le intenzioni erano originali e interessanti e in secondo luogo perché dal film esce comunque forte il potenziale del talento visivo e creativo di Muschietti. Un talento vero ma evidentemente ancora grezzo, che aspettiamo al varco dell’opera seconda.


CAST & CREDITS

(Mama) Regia: Andy Muschietti; sceneggiatura: Andy Muschietti, Neil Cross, Barbara Muschietti; fotografia: Antonio Riestra; montaggio: Michele Conroy; musica: Fernando Velàzquez; interpreti: Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse, Daniel Kash; produzione: De Milo, Toma 78; distribuzione: Universal Pictures; origine: Spagna, Canada; durata: 90’;


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