La mafia uccide solo d’estate

La mafia uccide solo d’estate segna il debutto al cinema di Pif. Un racconto che attraversa 20 anni visti attraverso gli occhi del protagonista Arturo che cresce e ama nella Palermo della mafia.
Il film è una storia d’amore che mostra i tentativi di Arturo di conquistare il cuore della sua amata Flora, compagna di classe di cui si è invaghito alle elementari. Parallelamente Pif ci racconta gli episodi di cronaca legati alla mafia accaduti in Sicilia tra gli anni ’70 e i ’90.
Pierfrancesco Diliberto, noto appunto come Pif, agli inizi della sua carriera lavora come assistente alla regia di Franco Zeffirelli, poi partecipa ad un corso diventando autore televisivo e acquista notorietà attraverso uno degli show più popolari della tv, “Le Iene”, dove lavora sia come autore che come inviato dal 2001 al 2010. Nel 2007 passa a MTV con “Il Testimone”, il suo programma individuale.
Con gli altri sceneggiatori del film, Marco Martani e Michele Astori, sceglie di raccontare la mafia in un nuovo modo, in un modo divertente ma sempre rispettoso nei confronti del tema trattato.
Il tentativo, memore della lezione chapliniana ripresa anche da Benigni in La vita è bella, di integrare la commedia a fatti drammatici riesce con successo. E riuscita è anche la scelta registica di Pif, che usa sia la telecamera a spalla sia inquadrature più convenzionali. In conferenza stampa racconta che per la scena finale ha scelto di girare con la telecamera Beta che si usava nel 1992, proprio per ricreare l’effetto ripresa televisiva e quindi trasportarci esattamente in quegli anni.
Il tempo passa, Arturo cresce, ma non ci sono date che indicano il trascorrere del tempo, più semplicemente sono i vestiti che cambiano a seconda degli anni e soprattutto sono i fatti di cronaca mafiosa che ci collocano nel periodo. Proprio questi ultimi sono mostrati, anzi “non” mostrati, solo dopo che sono accaduti. Solo nel caso dell’omicidio dell’onorevole Lima l’attenzione della regia si sofferma, un attimo prima, sui due esecutori che sono in moto, si affiancano alla macchina nella quale si trova Arturo e rivolgono un complimento/ presa in giro all’altra persona che si trova nell’abitacolo. Con questa scelta sembra che Pif abbia voluto esplicitare il messaggio del film, perché tutto parte dalla domanda che si è posto e che l’ha spinto a scriverlo: come è possibile che a Palermo la mafia entrasse così prepotentemente nella vita delle persone e in pochi dicessero qualcosa? Eppure erano lì, fra di loro, ragazzi normali che ridono in moto e un attimo dopo ammazzano una persona a sangue freddo, per strada. Ma quando viene ucciso Lima, Arturo ormai è cresciuto e la mafia è presente nella sua realtà come in quella di tutti: non è più un mondo parallelo, che cammina a distanza, come due rette parallele che non si incontrano mai. Questa volta non solo si sono incontrate, ma addirittura incrociate: la mafia ha sfiorato Arturo. Lui e la sua amata Flora ormai sono inseriti nella realtà storica e dopo l’omicidio di Borsellino, attraverso il materiale di repertorio, le immagini reali, Pif ci mostra i palermitani che gridano perché non gli è permesso partecipare ai funerali. E’ il momento in cui tutti hanno aperto gli occhi e i sono resi conto che la mafia è parte integrante della loro vita.
Il mostrare alcuni dei “buoni” in una veste privata, come il commissario che fa conoscere ad Arturo i dolci “Iris”, umanizza ancor di più i personaggi e rende più incisivo il loro sacrificio.
Il film mostra un nuovo modo di raccontare la mafia, dissacrando i boss e restituendo umanità ai grandi eroi dell’antimafia. Un sorriso ironico e non banale sugli anni terribili degli omicidi eccellenti.
(La mafia uccide solo d’estate) Regia: Piefrancesco Diliberto; sceneggiatura: Michele Astori, Pierfrancesco Diliberto, Marco Martani; fotografia: Roberto Forza; montaggio: Cristiano Travaglioli; musica: Santi Pulvirenti; interpreti: Pierfrancesco Diliberto, Cristiana Capotondi, Nanni Bruschetta, Claudio Gioè ; produzione: Wildside con Rai Cinema; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia; durata: 90’.
