La morte di Babbo Natale
Babbo Natale entra in scena pomposamente a bordo di una limousine scortato da tre guardie del corpo e dolcemente accompagnato da due ragazze dal fisico mozzafiato. Il pubblico si alza dalle sedie per vedere meglio la celebrità, la star della serata, quasi fossimo a Hollywood e davanti a noi ci fosse un grande attore. Il tutto velato da un tacito accordo fra attori e pubblico secondo il quale si accetta che ciò che sta per andare in scena è una grande menzogna, una burla, una presa in giro che si accetta di ricevere. La morte di Babbo Natale , ultimo lavoro del Tony Clifton Circus , irriverente gruppo teatrale ormai affermato anche fuori dall’Italia, si propone come un sadico mix di ironia e tagliente verità su fatti e comportamenti dell’uomo contemporaneo. Non satira, non comicità ma per usare le loro parole “un’insegna luminosa utile a segnalare la presenza di qualcosa di inatteso”. Il palcoscenico esterno del Teatro India è addobbato fin nei minimi particolari: ci sono pupazzi giganti, alberi, regali, giocattoli, luci ovunque, e al centro, monarca sul suo trono, Babbo Natale che riceve i bambini (dal pubblico!); con grande intelligenza riesce a divertirli, li ascolta e gli promette i regali, ma mentre i bambini vengono illusi inconsapevolmente, con le stesse parole parla agli adulti. Lo stesso messaggio ha un duplice significato, e per il pubblico dei “grandi” le parole pesano come macigni: “Vuoi un regalo bambino? Per avere un regalo bisogna lavorare, perché lavorando ottieni i soldi, con i soldi puoi comprare il regalo, il regalo poi ti rende felice, e la felicità ti rende libero…vedi? Il lavoro rende liberi!”. Perfetto, chiarissimo e tremendamente tagliente. Il bambino non capirà mai il riferimento alla famosa scritta sul cancello di Auschwitz, ma noi come possiamo evitarla?
Lo spettacolo procede seguendo la linea dell’ironia pungente non risparmiando tuttavia momenti di grande comicità, puro delirio musicale e visivo: si va avanti fra bodyguard che si drogano, uomini ragno che appaiono sul tetto dell’edificio dell’India (essendo lo spettacolo all’esterno), mini musical dal sapore volutamente “trash” in cui il classico Jingle Bells è trasformato in un rock tremendamente falso. Si ride e si pensa ogni istante, quasi che questi due aspetti siano inseparabili nella farsa che è lo spettacolo. Improvvisamente un uomo, seduto in prima fila, si alza e spara a Babbo Natale gridando confusamente “Liberté, egalité, fraternité”, per poi scappare inseguito da nessuno. Una troupe televisiva irrompe sulla scena per documentare “live” i momenti del post attentato, che ovviamente, nella menzogna, assume un valore politico mondiale. Ma Babbo Natale non muore, e dopo un rocambolesco intervento chirurgico si riprende. È il momento di buttare la maschera, la falsità ha invaso tutto e quando si è vicini alla morte si capisce il valore reale delle cose…falso anche questo, di nuovo. Il vecchio pancione pronuncia energicamente un discorso con lo stesso doppio-taglio di prima, e muovendosi frenetico sul palco, accompagnato da una musica assordante e dai suoi uomini che animano la scena come fosse un cartone animato, esplode nell’adesione totale e consapevole alle leggi del consumo, ai piaceri della vita lussuosa, rinnegando così il valore della fantasia, della creatività e della cultura. Impossessato da un energia che sfiora la libido, Babbo Natale calpesta senza pensarci il valore del “Fatti non foste…” dantesco e si vota, si “dona” completamente al nuovo dio-denaro. “Deprimente come il mondo di oggi, non a causa della guerra, del terrorismo, della povertà o dell’arroganza del potere, ma per la scomparsa della magia, del sogno, dell’infanzia, della favola e della voglia di crescere”. Dunque è un mondo-menzogna quello che abbiamo intorno, un mondo truccato per nascondere i suoi difetti. E allora se queste sono le condizioni del gioco anche a un icona come Babbo Natale non resta che omologarsi e sparire maleducatamente dalla scena per abbandonarsi ad una più facile e piacevole serata tra champagne e donne nella sua limousine. Questo allora è lo spettacolo che dà la morte a Babbo Natale, è l’assassinio ad opera del Tony Clifton Circus per questo “traditore” contemporaneo.
Di: Tony Clifton Circus Con: Stefano Cenci, Iacopo Fulgi, Enzo Palazzoni, Nicola Danesi de Luca Luci: Chiara Martinelli Soluzioni sceniche: Rocco Berlingeri Organizzazione: Francesca Corona (PAV) Una coproduzione: Tony Clifton Circus, Artivive Festival, Comune di Soliera Con la complicità di: Famiglia Cenci (Rolo, Reggio Emilia), ANIMAKT (Saulx les Chartreux, Francia) Web Info: Short Theatre, Teatro India, Tony Clifton Circus