La neve nel cuore

La neve nel cuore non è un gran film e c’era sicuramente da aspettarselo. Pieno di cliché e di vuoti di sceneggiatura non stravolge certamente le nostre aspettative. Tuttavia stupisce la capacità del regista Thomas Bezucha, che del film è anche lo sceneggiatore, di saper alternare il comico col drammatico, il melenso con l’ironico.
La pellicola racconta la storia di una famiglia stramba e un po’ bohemienne, gli Stone, che in occasione delle vacanze di natale si trova a conoscere Meredith, la fidanzata del figlio maggiore. Troppo rigida e nevrotica Meredith avrà molte difficoltà a farsi accettare dagli Stone, tanto che chiamerà in soccorso la sorella. Le cose si complicheranno fino ad arrivare ad un finale del tutto inverosimile.
L’idea non è certo nuova: il cliché era stato già ampiamente sfruttato: basti solo pensare al recente Ti presento i miei con relativo sequel.
In realtà ce n’è per tutti i gusti: dal figlio stravagante e un po’ ribelle (interpretato molto bene da Luke Wilson) a quello omosessuale sordo. Probabilmente questo è un “rimprovero” che si potrebbe rivolgere alla maggior parte dei film odierni, ma la debolezza di "The Family Stone" sta esattemente nel volerci raccontare la storia di persone che chiunque di noi può incontrare nella vita reale, come afferma lo stesso produttore del film, salvo poi descrivere eventi che con la vita reale hanno poco a che fare.
I personaggi sono certamente ben caratterizzati e gli ambienti e i costumi, scelti con cura ed intelligenza, rispecchiano perfettamente la psicologia dei protagonisti, ma questo non basta. E’ rischioso voler raccontare semplicemente le vicende di una famiglia media americana durante le feste di natale e ancora più rischioso voler dimostrare che l’amore risolve tutti i problemi. Perché si rischia di giungere ad un finale affrettato ed un po’ scontato, scadendo troppe volte nel patetico o nell’inverosimile.
Come previsto c’era anche da aspettarsi la splendida interpretazione di Diane Keaton nel ruolo, che sembra esserle stato cucito addosso, della matriarca Stone. La Keaton si muove perfettamente a suo agio nei panni di una madre forte e fragile allo stesso tempo: il suo personaggio è quello che resiste meglio all’alternanza tra commedia e dramma senza diventare mai, al contrario degli altri, inverosimile o patetico.
Non altrettanto buona ,invece, la recitazione di Sarah Jessica Parker (Meredith) che non solo non riesce a dare omogeneità al cambiamento del suo personaggio, ma non convince neanche nella caratterizzazione di una donna insicura e nevrotica, al punto da trasformarsi in alcuni tratti irreale se non caricaturale.
Pessima intuizione il “doppio finale” inutilmente drammatico ed esplicativo che stanca e non commuove.
(The family stone); Regia e sceneggiatura: Thomas Bezucha; fotografia: Jonathan Brown; montaggio: Jeffrey Ford; musiche: Michael Giacchino; interpreti Rachel McAdams (Amy Stone), Claire Danes (Julie Morton), Luke Wilson (Bet Stone), Diane Keaton (Sybil Stone), Sarah Jessica Parker (Meredith Morton), Dermot Mulroney (Everet Stone), Craig T. Nelson (Kelly Stone); produzione: Michael London; distribuzione: 20th Century Fox; origine: USA 2005; durata: 102’; web info: Sito ufficiale
