La passione

A chi pensa che la commedia all’italiana sia finita da decenni, a chi pensa che non sia mai riuscita a rinnovarsi, a chi non crede che in Italia si sia ancora capaci di realizzare prodotti divertenti ma al contempo arguti, intelligenti, profondi e originali, ecco La passione di Carlo Mazzacurati, una ventata d’aria fresca in mezzo a tanto cinema superimpegnato o (finto) intellettuale e quello cinepanettone-style. Una commedia che finalmente riporta in scena l’Italia con i suoi difetti, i suoi tipi, le sue manie e le sue stranezze. Un’opera che descrive l’italiano pigro e sfiduciato che s’arrabbatta per campare; l’italiano che soffre, mente, inventa, perde, continua a perdere e ha bisogno di qualcosa che lo scuota emotivamente per riprendere la propria marcia verso la felicità e la piena soddisfazione; il piccolo italiano che scompare dietro le proprie sicurezze e dietro i “potenti”, il più delle volte ottusi e maniaci di se stessi, prima di riuscire a risalire la china e ricredere nelle proprie capacità.
In questo caso si tratta di Gianni Dubois, interpretato da Silvio Orlando, regista cinematografico in crisi d’ispirazione che, al verde e ritrovatosi all’ultimo a dare una storia decente al suo produttore, rimane coinvolto senza via d’uscita nella rappresentazione della Passione di Cristo in un piccolo paese della Toscana. Ma lo è anche l’ex ladro Giuseppe Battiston, improvvisato e stralunato artista di strada che trova la sua ultima occasione di redenzione proprio in questo spettacolo.
Come nelle migliori commedie all’italiana, Gianni Dubois e il goffo ladro formano una coppia di protagonisti che si scoprono a sorpresa complementari e vicendevolmente indispensabili. Una coppia circondata da personaggi alquanto improbabili e caricaturali, ritratta sullo schermo con un tono quasi surreale da Mazzacurati, il quale riesce a mescolare slapstick, con gag divertenti e reiterate, grottesco, misticismo e introspezione in un quadro omogeneo ed equilibrato. Sfruttando il metacinema, ma neanche troppo, il regista di La giusta distanza gestisce con maestria un materiale filmico e narrativo che poteva facilmente scivolare nel macchiettismo e nel prevedibile. E invece La passione è una commedia compatta, ben scritta e ben pensata, complessa nei suoi numerosi sottotesti e nella sua struttura a doppio binario, dove il racconto delle vicende del regista in crisi e della rappresentazione sacra della Passione, condito da costanti riferimenti colti (vedi il riferimento, comunque non troppo esplicito, a Pasolini) e impreziosito da un gioco iconografico, va di pari passo con l’evoluzione psicologica dei personaggi, fino a confondersi, ad unirsi, a fondersi, eliminando quella sottile linea che divide la finzione dalla realtà, l’arte dalla vita.
L’opera di Mazzacurati emoziona ma soprattutto fa ridere con semplicità ed intelligenza - cosa non da poco per il nostro cinema. Riflette sull’Italia di oggi attraverso un racconto originale (ispirato da un fatto accaduto veramente a Mazzacurati) che mette in luce il nostro attaccamento alle tradizioni ed allo stesso tempo la nostra insita voglia di cambiare, di rinnovarci, di contrastare le ingiustizie, di riscattarci, di mandare a quel paese il passato. Ritrae un paese che non sa più distinguere l’arte e la cultura da ciò che le scimmiotta e le imita malamente, un paese mentalmente arretrato, attaccato ai soldi e alle chimere della popolarità. E lo fa bene anche grazie ad attori in stato di grazia: da un Silvio Orlando, intenso e irresistibilmente comico, passando per un Corrado Guzzanti spaventosamente triste nella caricatura dell’attore gigione ed egoista che deve interpretare il Cristo, fino ad un superbo e straziante Battiston, forse mai così bravo.
Per far rivivere la commedia all’italiana, anzi per farla risorgere, era necessario passare proprio per una passione. Non poteva essere altrimenti.
(La passione) Regia: Carlo Mazzacurati; sceneggiatura: Carlo Mazzacurati, Umberto Contarello, Doriana Leondeff, Marco Pettenello; fotografia: Luca Bigazzi; montaggio: Clelio Benevento, Paolo Cottignola; interpreti: Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Marco Messeri, Stefania Sandrelli, Corrado Guzzanti, Cristiana Capotondi; produzione: Fandango, in collaborazione con Rai Cinema; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia; durata: 106’.
