LA SPETTATRICE

Un film sul piacere dello sguardo, quasi un metafilm, se non fosse per una storia che parte da lontano e cade con la violenza di un fiocco di neve. Valeria è una ragazza solitaria, introversa, lavora come interprete e passa le serate a guardare la vita del suo vicino di casa. La partenza non è delle più originali, il racconto procede a spintoni e con una serie di coincidenze a volte troppo scontate. Tutto precipita quando lui, Massimo, l’osservato, rompe il circuito speculare e si trasferisce da Torino a Roma per lavoro. I contorni della protagonista si delineano meglio, compaiono le sfaccettature solo accennate, suggerite con una frase, una reticenza dello sguardo. La spettatrice, infatti, continua a guardare l’oggetto del desiderio, mantenendosi su una fragilissima linea di tensione tra lui e la sua fidanzata, una professoressa che sta scrivendo un libro di memorie sul suo ex marito magistrato. E il film decolla verso il thriller psicologico, la sceneggiatura acquista un andamento involuto, guidata dalla regia scopica di Barbara Bobulova, la bravissima interprete del film. La coppia indagata, Andrea Renzi e Brigitte Catillion, vive di scarti, di continui aggiustamenti che lasciano trasparire una faglia enorme tra i due. Il perno della rottura, pur nella sua immobilità, è proprio Valeria, che diventa il grimaldello che fa saltare l’unione dei due, insinuandosi senza scene madri o colpi di testa nello spazio incolmabile della coppia. Il film termina come Antonioni insegna, apparentemente senza alcuna drammaturgia, ma con una consapevolezza maggiore dei protagonisti a se stessi e al mondo che rappresentano. Un ottimo esordio alla regia di Paolo Franchi, maturo nella direzione degli attori - tutti e tre ineccepibili - e nel delineare un linguaggio emotivo fatto di segni minimi, scarni. Da notare che è stato l’unico film italiano voluto da Robert De Niro per il Tribeca Film Festival, nato nell’anonimato, come accade a tanti film di qualità di produzione italiana e che serpeggia nei cineclub della penisola da più di un mese, silenzioso e dirompente. Un augurio sincero a questo film, che possa vivere e crescere nonostante la distribuzione italiana.
[giugno 2004]
Regia: Paolo Franchi; sceneggiatura: Paolo Franchi, Heidrun Schleef, Daniela Ceselli, Diego Ribon; fotografia: Beppe Lanci; montaggio: Alessio Doglione; musica: Carlo Crivelli; scenografia: Maurizia Narducci, Ettore Guerrieri; interpreti: Barbara Bobulova, Andrea Renzi, Brigitte Catillion, Matteo Mussoni; origine: Italia 2003; durata: 98’.
