La talpa (DVD)

Lo stile è televisivo nella dinamica della successione dei campi e nel taglio flessibile delle inquadrature.
Anche la rudezza dei personaggi, rifilati con l’accetta delle motivazioni basilari (si pensi alla protagonista divisa tra un passato sentimentale nel quale non vuole ricadere e la pragmaticità della sua posizione lavorativa) appare, il più delle volte, mutuata dalla logica lineare e standardizzata del piccolo schermo.
Il montaggio, poi, nella sua rapida successione di tagli secchi ad enfatizzare ogni piccola scena e con i continui caracollamenti della macchina da presa, spesso a mano, cerca di dare al prodotto quel tono da presa diretta tanto caro a certa televisione di stampo non solo americano.
La talpa accetta sin nelle premesse del titolo poliziesco, il rischio del deja vu cercando di nobilitarlo con la forma franta, col continuo soprassalto di ripresa, col taglio espressivo delle luci artificiali che hanno essi stessi il sapore del già visto, anche se da poco.
L’originalità parziale di questa operazione starebbe, quindi, tutta nell’ambientazione (un paesino di confine della Francia) e dell’unità di polizia messa in campo (in questo caso la polizia di dogana già magnificata in ambito comico dal regista di Giù al nord nel godibile Niente da dichiarare?).
In questa unità di piccoli poliziotti di frontiera che passano le giornate a cercare di arrestare il crimine che arriva dall’esterno, pare si sia infiltrata una talpa della malavita che fornisce in anticipo ai trafficanti di droga, che hanno bell’agio a passar per questo piccolo borgo, tutte le mosse che la polizia sta approntando per compiere eroiche imprese ed arresti del secolo.
Per questo motivo viene mandata all’interno della piccola unità Sandra Longo, poliziotta spiccia e sbrigativa, da sempre abituata a investigare sui suoi stessi colleghi consapevole dell’acredine con cui verrà guardata tutto il tempo da persone che santi non sono anche se magari non è che vanno proprio ad informare il nemico delle cose che bollono in pentola.
La successione delle indagini è da prassi filmica senza troppe sorprese né particolari soprassalti sulla sedia e anche le incursioni nel mondo della malavita seguono direttive abbastanza risapute: dal boss senza troppi scrupoli alla di lui amante che, però, fa il doppiogioco magari perché il figlio, o qualcuno altrettanto caro, è morto per consumo di sostanze stupefacenti.
Non è un bel film, La talpa, ma dire che sia bruttissimo sarebbe ingiusto. Funzionicchia abbastanza soprattutto per una certa fetta di pubblico che non cerca particolari sorprese nei film e per chi vuole vedere, al cinema o in televisione, persone che pescano nel torbido senza troppo sporcarsi le mani.
In fondo ha gli attori giusti anche se il senso del ritmo, nell’eccesso di adrenalina del montaggio serrato che è sincopato pure quando al ristorante si ordina la cena, finisce per apparire giammai lento, ma terribilmente monotono.
Nel complesso sta nel limbo dei senza lode e con qualche infamia.
La qualità audio-video
Buona l’edizione DVD in esame. Il quadro, sempre nitido e pulito, mantiene tutte le promesse che un film di questa fatta si porta dietro: fotografia ed effetto, colori espressivi, molte scene buie e contrasti forti. In generale la qualità della visione è sempre buona anche se i neri paiono qualche volta meno profondi di quanto sarebbe lecito aspettarsi
Discreto anche l’audio. Pulito nell’edizione italiana che privilegia le voci dei doppiatori sacrificando spesso l’impasto sonoro del film con conseguente appiattimento e standardizzazione (paratelevisiva anche questa). Preferibile la traccia originale (anche se 2.0 contro la 5.1 del doppiato) che vanta qualche effetto in meno, ma voci più interessanti.
Extra
Neanche l’ombra. Purtroppo!
(La taupe); Regia: Vincenzo Marano; interpreti: Ingrid Chauvin, Linda Hardy; distribuzione DVD: Sony
formato video: 1.78:1 (anamorfico); audio: Italiano (5.1) e Italiano e Francese 2.0; sottotitoli: Italiano per non udenti
Extra: Assenti
