Last minute Marocco

Si può leggere un film come Last minute Marocco seguendo due direttive tra loro molto diverse, ma entrambe ugualmente interessanti e stimolanti.
La prima chiave di lettura è essenzialmente legata alla dimensione produttiva e distributiva della pellicola. Seguendo questa pista si ha l’impressione che l’intero film non sia altro che il tentativo di saggiare la tenuta, la pura e semplice capacità di ‘portare pubblico al cinema’ di alcuni nomi apparentemente destinati a futura celebrità. In questa prospettiva Last minute Marocco è, prima di tutto, un film di volti, di nuove maschere divistiche per un cinema, come quello italiano, che non sa più a che santo votarsi pur di riuscire a recuperare qualche spicciolo nei magri incassi di fine anno.
La pellicola, quindi, non è altro che un contenitore neutro entro cui devono prendere posto, come pedine in una scacchiera abilmente composta, tutti i vari ‘pezzi da novanta’ che compongono il variegatissimo cast. A dirla tutta quello che abbiamo di fronte non è un film di attori (perché l’attore è colui che esce da se stesso per diventare sempre qualcosa d’altro), ma un film di figure.
Ecco, allora spuntar fuori dal cappello un Nicolas Vaporidis reduce dal successo dei due Notte prima degli esami (ieri e oggi), che mette sul piatto il suo personaggio dallo sguardo ingenuo, ma dal sorriso ambiguo che sa di scafato: quasi un altro Luca dopo gli esami, rigorosamente in viaggio.
Ed ecco il Daniele De Angelis che voleva essere la sorpresa del deboluccio Ma che ci faccio qui!: l’adolescente ancora un po’ bambino in cerca di affrancamento dalle proprie figure genitoriali; quello che vorrebbe riuscire a dire ‘Io’ in un mondo che ci vuole tutti anonimi e somiglianti.
Ed ecco, infine, il Lorenzo Balducci che, tra tutti, è il meno maschera anche perché è, forse, anche il meno ‘noto’ e che si prende sulle spalle la figura dell’intellettuale del gruppo, di quello che sta un po’ da parte e sogna in versi e rime più o meno baciate. Lo aspettiamo alla prova dei prossimi e più impegnativi titoli.
A fare da supporter, come sempre in siffatte occasioni due volti noti, ma d’altra fascia d’età: Valerio Mastandrea e Stefano Dionisi.
Un film rigorosamente al maschile, come si vede, che punta ad un pubblico di ragazzi e, soprattutto, possibilmente, ragazzine e dove viene messa in scena l’ansia di avventura delle nuove, troppo viziate generazioni. E così largo ad una giovanile sfrontata, ma simpatica, a tratti irresistibile sessualità tutta ormoni, ma con qualche spruzzata di sentimento. Largo a cannoni, cannini e canne a dare il senso di un non meglio definito ribellismo che fa ‘figo’. E largo a chiacchierate, urlicciate e discorsi esistenziali che non si prendono mai del tutto sul serio anche quando paiono a tutti mortalmente seri.
Su questa linea Last minute Marocco, che bello non è, funziona. È gradevole. Si lascia guardare scorrendo via con simpatia e mettendoti davanti delle facce che avresti piacere ad incontrarti sotto casa.
La seconda chiave di lettura riguarda, invece, i discorsi di fondo. E qui le cose si complicano perché, al di là dei limiti necessari di un prodotto nato e consumato nell’intrattenimento, in Last minute Marocco restano delle spie che lampeggiano, allarmanti, durante tutta la proiezione.
Tra sorrisi e giochi si affacciano sulla scena situazioni dolenti. Il film mette in scena percorsi di formazione paralleli (di adulti ancora adolescenti e di adolescenti non ancora adulti) destinati tragicamente a non incrociarsi, né toccarsi mai. Nel film la famiglia (checché ne dica Papa Ratzinger) è già un organismo naufragato, crollato, collassato. I padri sono più bambini dei figli. Le madri diventano figure ancorate ad una funzione che ha perso, a livello sociale e personale, ogni significato. La fuga all’estero, all’interno di questo vuoto di valori, non porta da nessuna parte, si chiude su se stessa in una sospensione che lascia l’amaro in bocca. L’unica è imparare a conviverci. Come fanno i personaggi del film nel montaggio serrato che apre e chiude la pellicola e che alterna danze tribali che sanno di scoperta dell’’altro’ e discoteche nel deserto che ci ammoniscono su come orribilmente tutto il mondo stia davvero diventando paese.
(Last minute Marocco); Regia: Francesco Falaschi; sceneggiatura: Carla Giulia Casalini, Pierpaolo Piciarelli, Francesco Falaschi; fotografia: Antonello Emidi; musica: Pivio & Aldo De Scalzi; interpreti: Lorenzo Balducci (Giacomo), Maria Grazia Cucinotta (Valeria), Nicolas Vaporidis (Andrea), Daniele De Angelis (Valerio), Stefano Dionisi (Giorgio), Jamil Hammoudi (Samir), Valerio Mastandrea (Sergio); produzione: Rai Cinema, IDF; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia, 2007; durata: 88’; webifno: Sito ufficiale
