Laureata... e adesso?

Ti sei appena laureato e non riesci a trovare lavoro? Ne hai abbastanza di colloqui con dirigenti d’azienda che ti fanno domande annoiate che tanto già lo sanno che non ti assumeranno? Sei stufo di vedere sempre i raccomandati prendere i posti di lavoro mentre tu resti a casa con mamma e papà a fari dare del bamboccione dai ministri di un governo che poi, per aiutarti a farti un futuro, tagliano i posti di lavoro?
Allora Laureata... e adesso? non è proprio il film che fa per te. Non perché starebbe tutto il tempo a rigirare il dito nella piaga condendola con un filo d’aceto, ma perché, a dispetto del titolo, la ricerca del posto di lavoro è solo il punto di partenza di un’ennesima commedia che vorrebbe i toni di Little Miss Sunshine (elogio della famiglia disfunzionale, quindi), ma trova solo quelli di un romantico post adolescenziale con qualche battutina salace di troppo.
Post grad, questo il titolo originale di un film che poteva trovare spazio in sala solo nella calura estiva tra Toy Story 3 ed Eclipse, non va ben oltre la garbata confezione di un prodotto di intrattenimento che strizza l’occhio ai Fotter di stilleriana memoria, ma non riesce ad abbandonare mai per davvero i lidi di una medietas borghese che sta comunque nella piccola casa a schiera, nel lavoro sicuro dei genitori e nell’odio sviscerato per il gatto del vicino e, soprattutto, per i suoi escrementi pestati qua e là.
La nonna di famiglia che nasconde i soldi nel materasso e corre a cercare prezzi d’occasione per le bare e il nipotino simpaticone che lecca in testa gli amici del cuore al solo scopo di assaggiarli, non hanno niente a che vedere con l’umanità intinta nell’affetto degli Hoover del citato Little Miss Sunshine. Anche perché le loro vite non sono toccate dal soffio freddo della morte, non entrano in contatto con le spire discreta di una piccola tragedia.
Nella linda cucina di casa il massimo che può capitare alla mamma e di avere attaccato al piede il piccolo di famiglia a dimostrarle affetto impedendole di preparare la cena e il peggior incubo che possa avverarsi è quello, per la figlia, di non trovare subito il lavoro che ha sognato tutta una vita.
Scene domestiche di tanto dolore capitano solo nei film americani, ad un passo dalle insalatiere messe ad asciugare e il frigorifero con su qualche magnete di una vecchia gita fuori porta. Nella vita vera non ti sogneresti mai di andare a cercare lavoro tutti i giorni in taxi...
Sicché il film ti presenta il montaggio durativo della povera neolaureata in cerca di lavoro, solo per qualche minuto, ad inizio film, a darti il senso di qualche settimana appena di smarrimento prima che il lavoro, alla fine arrivi. Poi, per il resto, il film si aggira nella girandola dei luoghi comuni che spostano la storia dal tema del lavoro a quello dell’amore: lei si lascia incantare dal vicino di casa affascinante e tenebroso e perde, in un momento di fatale confusione, il fidanzatino di quand’era bambina che è sempre stato “quello giusto”.
Del resto, a far montar la rabbia a tutti i bamboccioni derisi da Brunetta, lei si accorge dell’errore e rincorre l’uomo amato sino a New York rinunciando, così pare, al lavoro tanto faticosamente conquistato.
Perché, ci dice la somma saggezza da biscotto cinese delle commedie hollywoodiane, non è tanto importante quello che fai, ma con chi lo fai.
E, in fondo, il fidanzatino scappato in quel di New York aveva già rinunciato ad ogni velleità artistica e musicale (cantava, e pure bene, in un gruppo) per studiare legge in una prestigiosa università.
Una casa saprà garantirgliela alla fidanzata che gli ha messo le corna in un momento di debolezza quand’era ancora piccola e si sognava donna in carriera. E tanto basta alla neo massaia che lascia il lavoro a qualche altro laureato per un immarcescibile sequel.
(Post grad); Regia: Vicky Jenson; sceneggiatura: Kelly Fremon; fotografia: Charles Minsky; montaggio: Dana Congdon; musica: Christophe Beck; interpreti: Alexis Bledel (Ryden Malby), Zach Gilford (Adam Davies), Michael Keaton (Walter Malby), Jane Lynch (Carmella Malby), Bobby Coleman (Hunter Malby), Carol Burnett (Maureen); produzione: Fox Atomic, The Montecito Picture Company; distribuzione: 20th Century Fox; origine: USA, 2009; durata: 83’
