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Lavorare con lentezza

Pubblicato il 16 settembre 2004 da Marina Delvecchio


Lavorare con lentezza

Non è facile raccontare del ’77. Non è facile perché resta un periodo controverso della nostra storia recente, pieno di contraddizioni ancora troppo fuori fuoco, o forse troppo ravvicinate per essere valutate col giusto distacco. Sopraesposta o sottoesposta, l’immagine di quei giorni, di insolita libertà creativa ma anche di snodo drammatico della contestazione studentesca, resta comunque difficilmente inquadrabile. Lo sanno molto bene i padri, che appartengono chi più chi meno a quella “meglio gioventù combattiva, ma lo sanno anche i figli che hanno dovuto fare i conti con un passato di grande entusiasmo e di forti slanci, ma anche con i suoi strascichi di profonda delusione e con suoi più miseri ripiegamenti. L’intenzione iniziale di Chiesa in Lavorare con lentezza è buona, come anche la volontà, molto giusta, di dare rilievo anche a quel periodo difficile e controverso. Il suo film parte dall’idea di mettere in evidenza quanto di più positivo, stimolante e fecondo c’è stato nel ’77 e si concentra su Radio Alice, su cui Chiesa aveva già girato il documentario Alice è in paradiso. Tuttavia, nel passaggio dal documentario alla sceneggiatura di Lavorare con lentezza, la struttura narrativa si rivela più fragile, il distacco ironico e il coinvolgimento drammatico non sempre si accordano, gli inserti comici non sono del tutto amalgamati, soprattutto con quelli polizieschi alla Jean-Claude Izzo. La parte più solida del film resta la ricostruzione storica politica e culturale, così come anche l’interpretazione degli attori, soprattutto dei due protagonisti, presi letteralmente dalla strada e giustamente premiati come migliori promesse col premio Mastroianni. Benché Lavorare con Lentezza resti un film troppo netto nelle distinzioni ideologiche, tuttavia ha il merito di tenere viva una memoria storica che troppo spesso scade nel luogo comune e che invece non smette di dare il suo contributo, forte seppur controverso, al presente.

[settembre 2004]

regia: Guido Chiesa sceneggiatura: Guido Chiesa, Wu Ming fotografia: Gherardo Gossi montaggio: Luca Gasparini musica: Teo Teardo interpreti:Tommaso Ramenghi, Marco Luisi, Claudia Pandolfi, Valerio Mastandrea produzione: Domenico Procacci distribuzione: Fandango durata: 111’ origine: Italia 2004

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