X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Le donne del 6° piano

Pubblicato il 10 giugno 2011 da Sofia Bonicalzi


Le donne del 6° piano

In Les femmes du 6ème étage, non lontano dall’ozoniano Potiche, dove la lotta (di classe e non solo) si travestiva da operetta brillante e surreale, la linea di confine fra borghesi e proletari corre lungo una scalcinata rampa di scale. Nella Parigi dei primi anni ’60, quando i fermenti rivoluzionari parevano ancora solo una brezza leggera, l’ultimo piano di un elegante e ingessato immeuble ospita la fitta schiera di cuoche, cameriere ed inservienti, che quotidianamente salvano dal disastro il (decisamente meno variegato) universo dei padroni. Come è facile aspettarsi, se tutti gli altri appartamenti traboccano di paccottiglia e cianfrusaglie, all’ultimo piano manca perfino l’acqua calda e conquistare per qualche minuto l’unica toilette a disposizione rappresenta una fortuna imprevedibile. A turbare i sonni dell’onnipresente portinaia, immancabilmente acida e pettegola, è una frotta di migranti spagnole in fuga dal regime franchista o da una povertà senza speranza, ben decise a trasformare l’ultimo piano del palazzo in una piccola, ma rumorosa colonia della patria perduta. Come tutte le signore perbene amano confessare durante il bridge domenicale, le spagnole rappresentano l’ultima frontiera in fatto di faccende domestiche tanto che, dopo qualche tempo, incredibile a dirsi, si può quasi dimenticare da dove provengano. Così, quando l’annoiata Madame Joubert (quarant’anni di stressante nullafacenza, o forse di fragilità repressa), sepolta da piatti sporchi e camicie stropicciate, si trova costretta a sostituire la sua Mary Poppins di fiducia, rivolgersi alle signore dell’ultimo piano risulta un approdo naturale. Dimostrando ben scarsa preveggenza, Madame sceglierà l’incantevole Maria che, sorriso contagioso e velo di tristezza nello sguardo, non mancherà di affascinare il marito Jean-Louis, appassito fra le scartoffie del suo studio commerciale. Presentato fuori concorso al Festival di Berlino, il film di Philippe Le Guay diverte con grazia, orchestrando abilmente duetti e contrasti sul filo del paradosso, mentre piano piano la commedia si tinge di rosa e tutti i personaggi perdono la fissità dei prototipi iniziali (il padrone severo, la moglie astiosa, la bella domestica, l’intrigante portinaia) e si risvegliano alla vita, rivelando desideri e fuochi nascosti. Il comprensibile interesse del pallido Jean Louis (l’ottimo Fabrice Luchini alle prese con un ruolo naturalmente imparentato con quello del marito di Catherine Deneuve di Potiche) per Maria a poco a poco si trasforma nella travolgente passione per paella, scampagnate e balli latini, alla ricerca di quel calore domestico che le tappezzerie borghesi sembrerebbero aver dissipato per sempre. Mentre le reazioni del suo entourage ondeggiano tra il disorientato e lo stupefatto (i figli lo richiamano all’orgoglio e all’amor di patria, la moglie è sull’orlo di una crisi di nervi, i colleghi lo scrutano con malcelato sospetto), le donne dell’ultimo piano non esitano ad accoglierlo, ribaltandone, con sorprendente facilità a dire il vero, abitudini e assiomi consolidati, fino al prevedibile (ma, per una volta, desiderabile) finale. Senza brillare per originalità o per guizzi registici, il film, accuratissimo nella ricostruzione storica, nei dettagli e negli arredi, può contare sulla verve ironica di una sceneggiatura che non perde un colpo e su una galleria di personaggi cui basta un’alzata di sopracciglio per illuminare la scena (non a caso, Philippe le Guay, qui nelle doppie vesti di regista e sceneggiatore, ha alle spalle una lunga carriera come scrittore di soggetti). Accolto con calore all’ultimo Festival di Berlino.


CAST & CREDITS

Regia: Philippe Le Guay; Sceneggiatura: Philippe Le Guay; interpreti: Fabrice Luchini (Jean- Louis Joubert); Sandrine Kimberlain (Suzanne Joubert) Natalia Verbeke (Maria), Carmen Maura (Conception); origine: Francia; durata: 104’.


Enregistrer au format PDF