X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Le leggi del desiderio

Pubblicato il 27 febbraio 2015 da Alessandro Izzi
VOTO:


Le leggi del desiderio

Il cinema di Silvio Muccino cresce. Non c’è che dire. Cresce nelle intenzioni. Migliora nella cura formale. Si approfondisce nelle dinamiche. Sfida, nei limiti del possibile, le convenzioni di una certa tendenza dell’industria cinematografica italiana e, con baldanza, guarda fuori, all’estero, in cerca di modelli e punti di riferimento tanto formali quanto contenutistici. Una tendenza, questa, che c’è sempre stata (Parlami d’amore guardava alla Francia, Un altro mondo pensava a un cinema di marca più anglosassone), ma che in Le leggi del desiderio si affina intorno a modelli meno impegnativi come quelli della commedia romantica americana. Soprattutto, il cinema di Muccino cerca un’apertura al sociale sempre più convincente. Cerca di sporcarsi le mani con il contemporaneo, di affondare gli occhi nelle contraddizioni sociali del nostro mondo, senza, però, mai perdere di vista le regole del divertimento, dell’intrattenimento lieve, della riflessione che passa per storie avvincenti.

In fondo Muccino è davvero una meteora strana nel cielo grigio del cinema italiano. Un autore di cui puoi dire tutto meno che che non ci provi a convincerti. Uno che non alza neanche troppo la testa, in fondo, perché non cerca le maiuscole del cinema alto, ma resta nel suo guado, in cerca della sua nicchia, di uno spazio a metà tra l’essere e il prendersi sul serio. Contro ogni aspettativa, Muccino disattende ogni possibile premessa. Poteva essere un divetto di certa commedia adolescenziale e invece decide la strada del regista. Poteva sfornare film romantici come il primo e, invece, sperimenta strade se non diverse, almeno parallele. Poteva infornare un film l’anno e, invece, si prende le sue pause lunghe e aspetta le sue storie. Ci pensa a quel che fa. L’atto creativo non lo sopravvaluta, ma neanche lo sottovaluta. È un regista che impara dagli errori e non si tira indietro davanti ai rischi.
Le leggi del desiderio è calato all’interno di un percorso coerente e lucido. Ed è forse questo il suo pregio migliore. Racconta l’oggi della crisi mettendo al centro un imbonitore, un life coach che si approfitta delle debolezze degli altri per starsene sulla cresta dell’onda. Un personaggio alla Magnolia, ma con meno ambizioni, calato in un mondo meno assurdo e più vicino al nostro oggi fioco. Intorno a questo personaggio che fa da perno mette a girare tre porte che scricchiolano il loro misero fallimento riecheggiando dello sbandamento di un’intera nazione. Troppo poco, in fondo, per un film corale, ma abbastanza per una narrazione a corrente alternata che ha una sua grazia soprattutto per la convinzione che trasuda dagli attori.

Le leggi del desiderio è un film che è consapevole di un bisogno di guardare fuori, di sporcarsi gli occhi con il mondo vero, di non rinchiudersi nei salotti e nei locali cool. Il suo difetto è che nel suo guardare fuori, in fondo, ragiona più per categorie che per persone e lascia più agli attori che allo sguardo che li contempla il compito di uscire dalle statistiche in cerca di sprazzi di realtà. Però è un film compiuto e, in fondo, è proprio quello che voleva essere.


FOTOGALLERY


CAST & CREDITS

(Le leggi del desiderio); Regia: Silvio Muccino; sceneggiatura: Carla Vangelista, Silvio Muccino; fotografia: Federico Schlatter; montaggio: Luigi Mearelli; musica: Stefano Arnaldi; interpreti: Silvio Muccino, Nicole Grimaudo, Maurizio Mattioli, Carla Signoris, Paola Tiziana Cruciani, Luca Ward, Carlo Valli, Gianni Ferreri, Aurora Cancian, Vitalba Andrea, Giorgia Cardaci, Bebo Storti, Annamaria Giromella; produzione: Lotus Production; distribuzione: Medusa Film; origine: Italia, 2015; durata: 105’


Enregistrer au format PDF