Le ombre rosse

La prima volta che Francesco Maselli, detto Citto, arrivò al Lido di Venezia era il 1949. Sono passati sessant’anni da quando iniziò la grande carriera del regista-sceneggiatore. Una carriera di successi, di straordinaria arte cinematografica. Maselli è uno dei simboli di quel cinema italiano che non c’è più: quel cinema di eccezionali sceneggiatori – di cui oggi sentiamo tanto la mancanza -, quel cinema dell’impegno sociale, delle lotte politiche ed ideologiche, quel cinema capace di cristallizzare l’Italia sullo schermo, con i suoi vizi e le sue virtù, di criticarla e di amarla allo stesso tempo.
Settembre 2009: Citto Maselli sbarca alla Mostra del Cinema di Venezia con Le ombre rosse. Spinto dall’insoddisfazione per l’immobilismo culturale, politico ed ideologico del nostro paese, ha deciso di raccontare una storia dell’Italia di oggi, di dipingere una fetta di presente. Comunista convinto, sempre in prima linea nel periodo del fervore ideologico degli anni ’60-’70, nel suo ultimo film, lo sceneggiatore de La signora senza camelie mette in scena la sua delusione per la politica italiana contemporanea e la sua estraneità da essa. E’ per questo motivo che ha deciso di ritrarre l’universo di un centro sociale di Roma Nord, chiamato Cambiare il mondo. Il suo però non è il semplice racconto della vita all’interno di esso: Le ombre rosse è il documento filmico della graduale decadenza della sinistra italiana e dell’Italia tutt’intera. Partendo dai personaggi che abitano e gestiscono questo centro sociale e mettendoli a confronto con la vecchia generazione, Maselli dimostra che i sogni rimangono sempre gli stessi, e che sono le persone a cambiare.
La macchina da presa indugia insistentemente sui volti dei giovani di Cambiare il mondo. Si ferma sulle loro espressioni sognanti, si ipnotizza sui loro occhi immaturi ma pieni di vita, sui loro sorrisi spensierati. Il loro contraltare sono le rughe della generazione di un tempo, i visi scavati dalle lotte del passato, ma ormai privi dello sguardo sognante di una volta ed omologati al sistema politico-culturale-ideologico malato di oggi. Maselli, mettendo a confronto questi due mondi, ne sottolinea l’incompatibilità e soprattutto le contraddizioni presenti in entrambi.
Le ombre rosse presenta una forma semplice ed essenziale, a tratti teatrale, a tratti quasi documentaristica, ma in ogni momento funzionale all’intento realistico e concettuale dell’opera. Il film scivola con leggerezza ma portandosi dietro la pesantezza e la profondità dei suoi contenuti e delle sue critiche. Maselli realizza un’opera personale, sentita, dura, che stimola con veemenza la mente dello spettatore. Ritrae una realtà ai margini della società; fonde verismo e metafora; mette insieme un cast notevole (su tutti spicca la coppia Carnelutti-Lionello, perfetti ed emozionanti) e soprattutto lascia trapelare amore e comprensione per tutti i suoi personaggi.
Non si possono però non tenere in considerazione i difetti evidenti dell’opera. Oltre ad un fastidioso e quasi rudimentale mixaggio audio, che in parte rovina le perfomance degli attori e in parte non riesce a rendere la polifonia straordinaria dell’universo del centro sociale, si colgono diverse pecche nella sceneggiatura. I personaggi, sebbene costruiti in profondità, in alcuni dialoghi appaiono schematici e stereotipati. Inoltre - e questo è ciò che inficia di più sulla riuscita completa del film - lo script risulta troppo sbrigativo in alcuni passaggi fondamentali (vedi discussione finale tra i ragazzi e l’architetto chiamato a ristrutturare il centro).
Eppure l’ultima fatica di Maselli tocca corde difficili da raggiungere, stimola la riflessione, sprigiona coraggio. E soprattutto ci permette ancora di sognare. Proprio come il cinema italiano di un tempo, quello di cui Citto fu vero protagonista.
Matteo Galli
(Le ombre rosse) Regia: Francesco Maselli; sceneggiatura: Francesco Maselli; fotografia: Felice de Maria; montaggio: Marzia Mete; musica: Giovanna Marini, Angelo Talocci; interpreti: Roberto Herlitzka, Valentina Carnelutti, Ennio Fantastichini, Arnoldo Foà, Lucia Poli, Luca Lionello; produzione: 13 Dicembre, Rai Cinema, Cattleya; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia; durata: 91’.
