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Libri - 30 Giorni di notte

Pubblicato il 3 luglio 2008 da Luigi Coluccio


Libri - 30 Giorni di notte

Dimenticate il bello di turno che immola cristologicamente la sua vita per salvare noi tutti.
Dimenticate il patinato visivo che copre, smorza, annulla l’orrendo massacro che andiamo a (ri)narrarvi.
Dimenticate che si tratta di un piano ben congeniato per saziare la loro quotidiana fame, poiché in realtà è un complotto che dura da millenni.

Dimenticate tutto ciò perché qui è notte, e non, sfortunatamente, buio...

Edita nel 2003 per i ‘Tipi’ della Idea + Design Works, 30 giorni di notte è la graphic novel di successo da cui è stato tratto il quasi omonimo film con Josh Hartnett, uscito qualche mese fa nelle sale.
Graphic novel di successo, dicevamo. E si, perché l’opera di Steve Niles –testi- e Ben Templesmith –disegni-, è stata un inaspettato successo di vendite e critiche negli States come da noi, tanto da arrivare a generare un alto numero di sequel e spin-off –sei fino ad ora-, a volte anche con autori differenti al timone dei singoli episodi.
La trama, grazie (ahimè!) al già citato film, è abbastanza nota: un gruppo di vampiri assalta la cittadina di Barrow, Alaska, al principio della notte artica che dura trenta, lunghi, giorni; lo sceriffo e la sua vice, Ben e Stella Olemaun –marito e moglie-, si ergono a difensori dei pochi sopravvissuti rimasti; il tragico, e liberatorio, finale, dopo la sconfitta delle creature della notte, attende uno dei due...
La telegrafica storia che sta alla base del volume non deve però scoraggiarne la lettura: l’affiatato duo Niles-Templesmith –già autori del macfarlaniano Hellspawn- estrae dal suo notevole cappello un buon numero di idee –lasciatecelo dire: anche solo lo spunto di partenza, i vampiri contro gli umani durante una notte che ne vale per trenta, è da ritenersi vincente nella sua disarmante semplicità e perversa efficacia (tanto che perfino i vampiri stessi rimangono stupiti dal non averci pensato prima)-, riuscendo a non appiattire ulteriormente la già striminzita trama attraverso un’efficace uso del millenario mito del vampiro. Ad onor di cronaca, questa imponente figura dell’immaginario collettivo, oramai abbastanza logora, non viene stravolta o rivisitata in modo approfondito dal duo sopra citato: il merito va, soprattutto, al fatto di non aver offerto il fianco a cliché post-romantici alla Rice, o a rivisitazioni alquanto inutili e becere come il Dracula’s legacy di qualche anno fa –a suo discapito citiamo però una suggestiva teoria sulla vera natura, ed identità, del primo dei vampiri...
La letteratura disegnata orchestrata da Niles fa intravedere, di scorcio, un piano ben più ampio rispetto al pur geniale, ed estemporaneo, massacro: le parole dell’ “arci-vampiro” Vicente e della “mamma” di New Orleans, la missione di T-Man, sono piccoli squarci di un mondo, e di una vicenda, che ha in Barrow il punto focale di una storia che dalle nevi artiche della cittadina sembra iniziare, lentamente, a dipanarsi. E lo fa attraverso una narrazione che sembra contraddire, almeno nel suo farsi, tutto il sostrato storico, voluminoso, che è dietro di essa: nessuna pausa, nessuna riflessione, è concessa dagli autori, in un caleidoscopio di avvenimenti e personaggi che emergono e poi scompaiono altrettanto velocemente. I trenta giorni di assalto, di fame, freddo, e morte, passano veloci da pagina a pagina, da vignetta a vignetta, da balloon a balloon, tenendoci incollati alla lettura ed impedendoci di pensare a quanto, dietro, sta accadendo...
L’umorismo nero che Niles immette nei testi –due su tutte: <<Qualche pezzo di carne e sangue tentò di fuggire>>; <<Che diavolo ti è successo? / Problemi da eschimesi>>- rende ancora più spiazzanti i continui salti spazio-temporali, forse distogliendoci da alcuni passaggi poco riusciti in sede di sceneggiatura.
Da parte sua Ben Templesmith si conferma un grande talento visionario, sulla scia dei vari Dave McKean, Ashley Wood e Bill Sienkiewicz, offrendo alla graphic novel un notevole apporto in sede grafica. Le sue non sono semplici illustrazioni ma vere e proprie composizioni visive, realizzate attraverso uno spiazzante collage di foto, disegni, ritocchi al computer. Il concentrarsi ossessivamente su dettagli fisici o ambientali –le bocche insanguinate dei vampiri, una Barrow circondata dai ghiacci e dall’oscurità- fa quasi svanire le figure che popolano questa sanguinante storia, riducendole a poco più di schizzi appena accennati, a cui solo la ridotta scala cromatica ridà un qualche spessore. Se a ciò uniamo la quasi totale assenza di linee cinetiche, abbiamo dei disegni che vanno verso un’icasticità surreale, metafisica, di grande potenza.
Ben Templesmith è, come asserivamo prima, un grande talento visionario, ma, per ora, non ancora un disegnatore. Difficoltà a riconoscere i personaggi, composizione della tavola a volte pesante, storytelling macchinoso e poco fruibile, sono le cifre negative di un ancora acido Templesmith, che paga dazio su questo fronte –fermo restando le sue notevoli capacità grafiche generali.

Buona l’edizione italiana edita dalla Magic Press, impreziosita dalla sceneggiatura dello stesso Niles riportata in fondo al volume.
In definitiva un buon horror moderno, efficace ed elegante allo stesso tempo, e con ottimi e fecondi sviluppi.


Autori: Steve Niles, Ben Templesmith
Titolo: 30 Giorni di notte
Editore: Magic Press Comics
Dati: 96 pp, brossurato a colori, formato 17x26 cm
Anno: 2007
Prezzo: 9,50 €
webinfo: Magic Press, Idea + Design Works


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