Little Sparrows - Roma 2010 - Concorso
Nell’ultimo giorno di proiezioni stampa dei film in concorso (stasera sarà il turno di Io sono con te di Guido Chiesa e Kill me please di Olias Barco), arriva a Roma Little Sparrows, dramma familiare sincero ma poco originale diretto da Yu-Hsiu Camille Chen, cineasta taiwanese che vive in Australia, si è formata artisticamente negli Stati Uniti ed ha un passato nei video musicali e nelle pubblicità.
Le tre sorelle Nina, Anna e Christine, si riuniscono nella casa dei genitori per il pranzo di Natale. Alla madre Susan è stato recentemente diagnosticato un cancro al quale non ha possibilità di sopravvivere. Ognuna delle tre sorelle ha i suoi problemi: Anna non è soddisfatta del rapporto con il marito e lo tradisce con un attore con cui sta mettendo in scena uno spettacolo teatrale; Nina dopo la morte del marito per un incidente stradale cresce da sola i due figli e non si è più rifatta una vita; Christine, la più giovane, è una studentessa di medicina che soffre per non aver mai dichiarato la propria omosessualità ai genitori. Sullo sfondo il padre James, anziano attore di discreto successo sempre fuori per lavoro, che ama sinceramente le sue figlie senza però in fondo conoscerle veramente. In questi suoi ultimi giorni passati insieme con la famiglia, Susan rifletterà sulla propria vita e cercherà di essere la migliore guida possibile per le figlie.
La trentacinquenne regista di Little Sparrows, esordiente e unica autrice della sceneggiatura, divide il film in tre capitoli, ciascuno dei quali dedicato ad una delle figlie di Susan. Gli episodi, che non seguono una rigorosa continuità temporale, si concentrano sul racconto dei mondi privati di Nina, Anna e Christine e mostrano al contempo i loro differenti rapporti con la madre. Per quanto un espediente narrativo di questo tipo non costituisca affatto una novità sul piano della costruzione drammaturgico-cinematografica, ha indubbiamente il merito di dinamizzare la struttura della pellicola e risulta decisivo ai fini dell’instaurazione del coinvolgimento empatico necessario alla complessiva riuscita dell’opera. Anche la storia di fondo – un gruppo di familiari che affronta la malattia di un parente e che in questa difficile situazione si ritrova contemporaneamente a fare i conti con i rispettivi problemi personali – è già vista, eppure a Little Sparrows va riconosciuto il merito di delineare i rapporti tra i personaggi e di affrontare una serie di temi importanti come la vita, la morte e il senso di colpa con un’onestà ed un tatto davvero apprezzabili, evitando banali sentimentalismi, edulcorazioni o semplicistici ottimismi. L’intenso finale aperto, poi, rimanda evidentemente a quelli dei film corali di Robert Altman e Paul Thomas Anderson. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma, ma può valere una visione.
(Little Sparrows) Regia: Yu-Hsiu Camille Chen; sceneggiatura: Yu-Hsiu Camille; fotografia: Jason Thomas; montaggio: Fil Baker; musica: Tim Count, Ray Lamontagne, Keith Van Geyzel; interpreti: Nicola Bartlett (Susan), Nina Deasley (Nina), Melanie Munt (Anna), Arielle Gray (Christine); produzione: Bolderpictures; origine: Australia; durata: 88’.