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Lo stravagante mondo di Greenberg

Pubblicato il 8 aprile 2011 da Antonio Valerio Spera


Lo stravagante mondo di Greenberg

Era tempo che Ben Stiller non interpretava una commedia dalle atmosfere così leggere e delicate. Per trovare un suo film dalle tonalità simili a questo Greenberg dobbiamo tornare ai tempi de I Tenenbaum di Wes Anderson, anno 2001. Per il resto, la carriera di Ben Stiller (escluso Giovani, carini e disoccupati), sia da regista che da attore, è costellato di film goliardici e superficiali, che indubbiamente hanno messo in risalto il suo straordinario estro comico, la sua ironia irriverente, la sua unica mimica facciale, ma che non sono mai andati oltre l’ottima farsa o parodia.
Con Greenberg Stiller partecipa per la prima volta in competizione in un grande festival europeo (Berlinale 2010) e già questo significa aver fatto una scelta artistica diversa rispetto agli ultimi anni. Si tratta infatti di un film indipendente, di una commedia a basso budget, in cui il comico americano sveste i panni demenziali dei suoi vecchi personaggi e, pur non abbandonando del tutto il suo tocco surreale, interpreta un quarantenne disoccupato, un fallito, un cast away della società che si trasferisce nella casa di Los Angeles del fratello quando quest’ultimo è fuori in vacanza con la famiglia. Alle prese con il cane, con i vicini di casa, con il frastuono della metropoli ma soprattutto con una strana relazione con la "nanny" di casa Greenberg, Roger (questo il nome) sarà costretto a fare i conti con se stesso e con la triste realtà della sua vita.
Dietro la macchina presa, guarda caso, il regista Noah Baumbach, marito di Jennifer Jason Leigh (qui autrice del soggetto ed interprete) e sceneggiatore di Wes Anderson, nonché autore indipendente che aveva convinto molti con Il calamaro e la balena. Baumbach racconta una storia molto vicina a quelle di Anderson, sia per stile che per elementi narrativi. E’ l’atipica storia sentimentale tra due veri looser, strutturata su innumerevoli macrosequenze dai tempi dilatati, con un incedere narrativo lento e molto riflessivo e con un’introspezione psicologica che si fa centro del discorso cinematografico. Niente di nuovo dunque: Baumbach firma la classica commedia indipendente che cerca un umorismo intelligente, sottile, costruito su situazioni verosimili ma animate da personaggi alquanto improbabili, surreali, pieni manie, di tic, di insicurezze.
Purtroppo Greenberg non diverte quanto e come vorrebbe. Non succede quasi nulla nel film. Non ci sono vere svolte narrative, i rapporti evolvono con troppa facilità, il racconto rimane piatto e non ha mai picchi, le figure di contorno, che solitamente in questo genere di film occupano un ruolo importante, solo nel finale acquistano un vero senso. In più, l’opera appare molto discontinua e farraginosa nelle intenzioni: se infatti nella prima parte l’autore porta avanti un discorso sotterraneo ma evidente sull’alienazione sociale, sul frastuono opprimente del mondo contemporaneo, nella seconda parte esso viene messo totalmente da parte, lasciato a metà, mai approfondito, puntando solo sulle vicende sentimentali e sulle imprevedibili ed assurde dinamiche di coppia a cui danno vita i due protagonisti. Allo stesso modo anche la descrizione delle psicologie di quest’ultimi, all’inizio delineate bene e con la giusta ironia, si perde in una lunga e noiosa sfida emotiva che non trova mai un vincitore.
Non basta qualche dialogo riuscito e non basta neanche l’ottima prova di Ben Stiller e della bravissima Greta Gerwig a salvare il film dalla monotonia e dalla ripetitività. La partecipazione in concorso al festival di Berlino di due anni fa fu quasi inspiegabile e – ne siamo quasi certi - fu una scelta dovuta solo al nome di Baumbach e soprattutto alla presenza del comico. Senza di lui, Greenberg sarebbe andato a piazzarsi invisibilmente nella grande produzione indie americana. Ma forse, nonostante questo “regalo” della Berlinale, la sua sorte non cambierà.


CAST & CREDITS

(Greenberg); Regia: Noah Baumbach; soggetto: Jennifer Jason Leigh, Noah Baumbach; sceneggiatura: Noah Baumbach; fotografia: Harris Savides; montaggio: Tim Streeto; musica: James Murphy; interpreti: Ben Stiller (Roger Greenberg), Greta Gerwig (Florence), Rhys Ifans (Ivan), Jennifer Jason Leigh (Beth); produzione: Scott Rudin Productions; distribuzione: Focus Features; origine: USA; durata: 107’.


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