LOONEY TUNES BACK IN ACTION

A tener viva la fiaccola dell’anarchia dei Looney Tunes, negli ultimi anni in casa Warner ci avevano pensato i formidabili Animaniacs prodotti dalla Amblin di Spielberg, che eleggevano a loro dimora quella cisterna d’acqua degli studios che qui crolla catastroficamente a pochi minuti dall’inizio, dopo che Dante e Doyle (uno che viene da cosette tipo Simpson e Daria, tanto per gradire) hanno messo le carte in tavola con una girandola di ammiccamenti e private jokes da far girare la testa. Duffy - mai così gommoso e autolesionista - tiene in valigia una foto con Nixon, Bugs - supremo, inarrestabile - si ritrova Nemo preso all’amo (clamorosa citazione “in diretta”), e nel bailamme degli stabilimenti messi a soqquadro dalla nervosissima anatra spunta anche Roger Corman in persona, per l’ennesima benedizione ad allievo riconoscente impegnato - fuori tempo massimo - a dinamitare la baracca hollywoodiana. Insomma al confronto lo Zemeckis di Roger e Jessica Rabbit sembra un compassato vecchio maestro. Dante sta con ogni evidenza sfornando il Kill Bill del cartoon: stessa onnivora fame cinefila, stesso spirito da canto del cigno della postmodernità, ma al posto della solennità tarantiniana una mitragliata di gag espulse alla velocità della luce, e sparpagliate su tutta la superficie dello schermo, tanto che si vorrebbero moltiplicare gli occhi per cogliere ogni dettaglio del metamorfico quadro. E intanto nulla - dalla pubblicità occulta alle leggi della fisica, dalla storia dell’arte a quella della fantascienza, da 007 a Indiana Jones - viene risparmiato dalla furia del regista e dello sceneggiatore, in una parata sublime, idiota e sprecona che non si perita di tirar fuori dalla naftalina un Kevin McCarthy con baccellone d’ordinanza in braccio o un Bugs duellante con carota-laser (dovuto omaggio al nume tutelare di questo elettrizzante approccio al cinema, sua maestà George Lucas). Forse siamo agli ultimi acuti di un cinema della memoria e della metadiscorsività ormai scavalcato dai tempi e dalle mode, e proprio per questo da gustare e ammirare fino all’ultima strizzata d’occhi e giravolta di pensiero.
[dicembre 2003]
Cast & credits:
Regia: Joe Dante; sceneggiatura: Larry Doyle; fotografia: Dean Cudney; montaggio: Marshall Harvey, Rick W. Finney; musica: Jerry Goldsmith; interpreti: Brendan Fraser, Jenna Elfman, Steve Martin, Timothy Dalton, Joan Cusack, Heather Locklear; produzione: Paula Weinstein, Bernie Goldman per Baltimore, Spring Creek, Goldmann Pictures; origine: USA 2003; durata: 91’; distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia.
