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Magari le cose cambiano - TFF 2009 - Italiana.doc

Pubblicato il 18 novembre 2009 da Gaetano Maiorino


Magari le cose cambiano - TFF 2009 - Italiana.doc

Un gruppo di case colorate, il centro commerciale più grande d’Europa, una “nuova centralità” a Roma, un’area riqualificata, il quartiere perfetto dove vivere. Una strada nel mezzo del nulla, un parco semidistrutto, una serie di cantieri quasi abbandonati, nessun servizio soddisfacente, il quartiere dove nessuno si sognerebbe di vivere. Eppure si parla dello stesso quartiere. È Ponte di Nona, periferia est della capitale, dove sono state costruite le più recenti case popolari della città e dove pian piano sono state trasferite negli ultimi anni decine e decine di famiglie, senza contare quelle che avevano occupato gli alloggi per necessità dopo essere state sfrattate dal centro storico. Ma Ponte di Nona è ancora un luogo senza identità, un agglomerato urbano tirato su senza regole precise e in cui le contraddizioni sono all’ordine del giorno. Andre Segre, documentarista ormai affermato e nome importante della nuova scuola del documentario che sta crescendo nel nostro Paese, cercava una storia per raccontare la crescita selvaggia della perfieria romana, tra lacune amministrative e dominio dei costruttori. Un giorno si perde e raggiunge Ponte di Nona, “perchè - come racconta - solo perdendoti ci arrivi vista l’assenza di segnaletica stradale”. Lì incontra alcune persone del luogo, tra cui Neda Bonardi, cinquantenne combattiva, idealista di sinistra (se ancora può significare qualcosa) originaria del Celio (zona attorno al Colosseo) trasferita per forza a Roma est. Neda diventa la guida del regista e lo conduce tra le abitazioni del suo nuovo quartiere, tra i volti dei suoi abitanti (tra cui sempre più stranieri), tra i ricordi della sua gioventù nel centro storico, in un viaggio che accosta memoria, nostalgia, voglia di vivere e disillusione, attraverso un luogo estraneo a qualsiasi logica urbanistica dove a regnare sono i imprenditori edili e immobiliaristi (“il feudo Caltagirone” a cui è addirittura intitolata una strada e il regno di Carlino, al tempo delle riprese candidato alle elezioni Europee e in piena campagna elettorale). Insieme a Neda, ad accompagnare Segre nel racconto c’è Sara, diciottenne metà italiana e metà egiziana, nata e vissuta nel quartiere, ragazza matura che fortunatamente ha potuto scegliere il liceo da frequentare e ora l’università, ma mosca bianca in quel luogo. Sempre attento alle marginalità, Segre, dopo aver posto l’accento sui movimenti migratori dall’Africa all’Italia, sceglie di raccontare cosa c’è all’interno di un luogo così esterno al centro urbano. In fondo anche la storia di Neda “è in un certo senso una storia di emigrazione” afferma, “si tratta comunque di uno spostamento coatto”. Ponte di Nona dista 18 km da Roma, è fuori dal raccordo anulare, sorta di confine dove ad esempio, la qualità dei servizi pubblici è bassissima e di sicuro non si può parlare di Roma Capitale. Accostando la storia individuale di chi ha forte il senso di appartenenza alla città e la curiosa innocenza di chi vuole provare a dare un senso alle cose che la circondano, Magari le cose cambiano si propone di come eloquente testimonianza, senza la pretesa di spiegare le cause né le responsabilità della situazione che si è determinata. Le indagini agli altri. Con i giusti toni, la delicatezza con cui entra nella vita e nelle storie dei suoi protagonisti, un accenno di inchiesta e un necessario inserto accademico con cui si dà l’idea dell’assurdità del progetto urbanistico realizzato, Segre costruisce un altro piccolo capolavoro del cinema della realtà. Nato insieme a queste due donne e a tutti gli abitanti di Ponte di Nona questo documentario è un altro passo del percorso intrapreso dal regista padovano con l’associazione ZaLab, nucleo di produzione audiovisiva i cui lavori hanno come caratteristica principale la scrittura partecipativa. Il mondo narrato da chi vive nel mondo. Non potrebbe esistere racconto migliore.


CAST & CREDITS

(Magari le cose cambiano); Regia e soggetto: Andrea Segre; fotografia: Luca Bigazzi; montaggio: Luca Manes; musica: Piccola Bottega Baltazar, Collettivo Angelo Mai; interpreti: Neda Bonardi, Sara Chokri, Lorenzo Bonardi, Luca Li Calsi, Gabriele Li Calsi; produzione: ZaLab e Off!cine; origine: Italia, 2009; durata: 63’.


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