Maledimieleè la storia di uno svuotamento.
Una società votata all’abbondanza produce paradossalmente una carestia, un privarsi estremo del corpo, dei sentimenti e di se stessi. Maledimiele è la storia di una ragazza che si ammala di anoressia. Nel contesto di una famiglia perfettamente inserita in un contesto borghese, perbene, che va avanti tranquillo in una pacatezza vuota, un po’ inconsapevole e annichilita da un ritmo selvaggio di immagini e messaggi sociali fuorviati e fuorvianti.
In un ingranaggio così subdolo, una ragazzina fragile può rimanere incastrata quasi volontariamente, anzi può decidere di diventare cosi sottile da infilarsi agilmente tra gli ingranaggi e rimanere invisibile anche agli occhi dei genitori. Così Sara (Benedetta Gargari) scivola lenta nella malattia. Il vero dramma rappresentato dal film, tuttavia, non è la malattia stessa ma l’incapacità dei genitori di Sara di rendersi conto della situazione. Sara attiva il rituale di sistematico svuotamento del cibo e di se stessa e nessuno se ne accorge finché non sviene e il dramma diventa palpabile e già avanzato. L’irregimentazione alimentare diventa una calamita, un buco nero come lo stomaco di Sara, vuoto e pieno di energie negative che inglobano ogni aspetto della sua vita. Il film è diretto da Marco Pozzi e girato a Milano. Proprio nella città, il film si addentra abilmente nelle immagini autunnali fotografate da Alessio Viola e nelle storie di alienazione urbana che vivono tutti i protagonisti.