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MASTER & COMMANDER

Pubblicato il 12 dicembre 2003 da Giovanni Spagnoletti


MASTER & COMMANDER

Ricordate i grandi film sul mare come Gli ammutinati del Bounty (varie versioni da quella del 1935 con Charles Laughton e Clarke Gable, a quella del ’62 con Marlon Brando e Trevor Howard) oppure le scorrerie guascone di Erroll Flynn alias Capitan Blood o ancora le diverse trascrizioni del capolavoro letterario di Melville, Moby Dick, tra cui quella memorabile di John Huston (1956) con Gregory Peck (e Orson Welles), li ricordate? Beh Master & Commander (sottotitolo, inutile, italiano: Sfida ai confini del mare) è tutto questo e di più: riprende alla grande questa tradizione ormai dimenticata, riposta in un nascosto cassetto della Storia del cinema, per riportarla in vita e consegnarci un notevolissimo film d’avventure dall’eccellente caratura spettacolare e da un impegno produttivo kolossal che si degusta come un vino d’annata sullo schermo. Ne è il comandante supremo - è proprio il caso di dirlo! - l’eclettico e brillante Peter Weir, di cui si era persa traccia dai successi di Truman Show (1998), e che ancora una volta si riconferma, se ce ne fosse stato ancora bisogno, uno degli assi (pochi, per la verità) della Hollywood contemporanea, con poche opere sempre diverse l’una dall’altra e fuori, ai margini dei canoni del cinema mainstream. Da Witness (Witness - Il testimone, 1985) o dallo sfortunato Mosquito Coast (1986) - l’unico vero flop della sua carriera - passando per il persino troppo esaltato Dead Poets Society (L’attimo fuggente, 1989), sino alla simpatica commedia Green Card (Green Card - matrimonio di convenienza, 1990) o ancora all’emozionante Fearless (Fearless - senza paura, 1994), il regista australiano, immergendosi in toto nell’immaginario yankee, è riuscito nel difficile compito di coniugare la qualità della scrittura filmica ad una grande capacità di comunicazione, senza mai sacrificare alle mode del momento il suo talento cinematografico. Master & Commander ne è l’ultima conferma, con un film tanto sottile nell’analizzare, nelle pieghe del discorso, la psicologia profonda del guerriero-cacciatore (se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulle qualità recitative di Russel Crowe non potrà che ricredersi) ed abbandonarsi alle grande sequenze di battaglia umane e naturali in un’opera sempre sul filo del rasoio. Perché in fondo Weir in 140 minuti non fa che raccontarci un plot che si può riassumere in un’unica frase: ai tempi delle guerre napoleoniche un vascello di sua Maestà britannica, il Surprise (28 cannoni e 197 anime a bordo), testardamente si getta all’inseguimento nei sette mari per intercettare e distruggere una goletta francese di maggiore stazza e potenza. Apparentemente per senso del dovere bellico ma con, nella psicologia del comandante Jack Aubrey, qualcosa di più e di meno definibile: il bisogno di primeggiare, la sfida o disprezzo del mondo, chissà! Forse non lo capisce neanche il deuteragonista, lo “specchio” della storia, il chirurgo Stephen Maturin, colto e amante della natura, che segue con apprensione e distacco le decisioni dell’amico comandante ma che poi dimentica tutto quando i due la notte si esibiscono in una passione che li accomuna: suonare la musica. Fatto di tempeste, avvistamenti, noiosa vita di bordo, bonacce e sorprese (quella finale, fantastica!), Master & Commander fa rivivere per un attimo i fasti del cinema popolare della Hollywood classica, fatto di accuratezza estrema per i dettagli (qui è indimenticabile la ricostruzione della vita marinara inizio Ottocento) e senso del grande spettacolo d’intrattenimento. Ci risulta difficile capire se ciò entusiasmerà il pubblico di oggi abituato al susseguirsi frenetico dell’azione e a montaggi subliminali da videoclip. Ma questa è l’ulteriore, ultima sfida del film.

[dicembre 2003]

regia: Peter Weir sceneggiatura: Peter Weir e John Collee dal romanzo di Patrick O’Brian fotografia: Russell Boyd montaggio: Lee Smith musica: Iva Davies, Christopher Gordon, Richard Tognetti scenografia: William Sandell costumi: Wendy Stites interpreti: Russel Crowe, Paul Bettany, Billy Boyd, James D’Arcy, Lee Ingleby, George Innes, Mark Lewis Jones, Richard McCabe, Edward Woodall, Chris Larkin, Robert Pugh, David Threlfall, Max Pirkis produzione: Peter Weir, Samuel Goldwyn Jr., Duncan Henderson, John Bard Manulis per Buena Vista International/Miramax origine: USA 2003 distribuzione: Buena Vista International

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