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MAX AND MONA

Pubblicato il 18 aprile 2005 da Antonio Pezzuto


MAX AND MONA

Max Bua vive in un piccolissimo paesino del Nord Est del Sud Africa ed ha un grande dono: piange ai funerali ed il suo pianto è in grado di coinvolgere anche il killer più spietato. Ma Max Bua ha anche un grande sogno: diventare un medico. Un sogno suo, ma anche un sogno della comunità del suo paesino, che, tutta intera, con fatica, raccoglie i soldi per permettergli di trasferirsi in città ed iscriversi all’Università. La città in questione è Johannesburg, dove Max arriva assieme alla capra Mona, che, riuscita a scampare ad un banchetto di matrimonio, accompagna e guida il giovane nella sua avventura metropolitana. Avventura che si svolge tutto nel quartiere di Soweto, un tempo simbolo dell’apartheid, oggi semplice periferia degradata e degradante, dove se non ci si ubriaca si impazzisce, dove la sola legge che vale è quella del più forte. Ed è questo quartiere, o meglio un bar di questo quartiere, il centro da cui si dipanano le avventure di Max e Mona nella città, senza più i soldi per l’Università, e con il dono del pianto sfruttato in modo biecamente commerciale. Con i propri doni non si scherza, soprattutto quando questi hanno a che vedere con antenati, tradizioni e riti. Ed è ovvio che agli antenati (ed anche alla capra) non piaccia vedere Max che usa le sue lacrime solo per raccogliere soldi, e così lo costringono a riflettere su quello che fa, a dover modificare i propri piani. In Sudafrica non c’è più segregazione razziale, ma i problemi sono sempre gli stessi. I ricchi sono bianchi, per i poveri c’è solo delinquenza e piccolo spaccio. Sono i problemi, cioè, di qualsiasi metropoli occidentale, dove non contano solo le leggi scritte, dove apparentemente tutti hanno opportunità, ma pochi hanno i mezzi economici per poter accedere a tali opportunità. Di questo parla Max e Mona, opera prima, dalla vicenda produttiva lunga e complessa, realizzata dall’esordiente Teddy Mattera, che unisce lingue, contemporaneità e tradizione, campagna e città, vecchio e nuovo in una miscela non sempre riuscita, che ha comunque il merito di raccontare un Sud Africa alle prese con le nuove contraddizioni.

[aprile 2005]

Regia: Teddy Mattera Sceneggiatura: Teddy Mattera e Greg Latter Fotografia: Ivan Leathers Montaggio: Kuing-Yuan (Henion) Han Sonoro: Ivan Millborrow Musica: Philip Miller Scenografia: Dimitri Repanis Interpreti: Mpho Lovinga, Jerry Mofokeng, Percy Matsemela, Thumi Melamu, Coco Merckel Formato: HDCam e 35 mm, colore Durata: 98’ Versione originale: tswana, afrikaans, zulu e inglese con sottotitoli italiani Produzione: Tendeva Matatu per DV8 Films, Ice Media, Ice Films, Film i Väst Sito ufficiale: hwww.maxandmona.co.za


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