In Memories of murder il vero duello non è tra il bene e il male, tra il serial killer e la polizia, o tra l’investigatore di provincia arruffone e spaccone e l’ispettore della grande città (Seul) istruito e preparato scientificamente, mandato apposta in uno sperduto paesino per risolvere il primo caso di un serial killer in Corea. Il vero duello è tra il comico e il tragico, avviene dunque tutto all’interno del film, al suo modo narrativo di alternare in un contesto di orrori e miserie, il buffo al dramma. Ed è il modo più realistico per rappresentare l’esistenza umana.
Memories of murder narra un fatto accaduto in Corea nel 1986. Bong Joon-ho, notevolmente migliorato rispetto al discontinuo Barking dogs never bite visto alla XXXVII edizione della Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro, riesce abilmente a mantenere il giusto equilibrio, tenendo sotto controllo le fila di un film che vive della contaminazione di generi. E’ in questa volontà esplicita di fare riferimento a vari esempi di fiction che il regista coreano riesce paradossalmente ad essere profondamente realistico. Comprende che non v’è alcun bisogno estremizzare ciò che è di per sé già estremo. Di fronte all’orrore dei corpi straziati di giovani donne, Bong Joon-ho sollecita i suoi attori e il pubblico alle reazioni più umane, il riso e il pianto, la paura e il divertimento, la curiosità e il ribrezzo.

[dicembre 2003]

Cast & Credits:

regia: Bong Joon-ho; sceneggiatura: Bong Joon-ho, Shim Sung-bo; fotografia: Kim Hyeong-gu; montaggio: Kim Sun-min; musica: Taro Iwashiro; interpreti: Kim Sang-kyung, Song Kang-ho; produzione: Kim Moo-ryung, Sidus - Cinema Service; origine: Corea del Sud 2003; durata: 127’.