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Venezia 77 - Molecole

Pubblicato il 4 settembre 2020 da Monia Manzo

VOTO:

Venezia 77 - Molecole

Non è un caso che il documentario di Andrea Segre sia stato scelto per la preapertura della Biennale, visto che in parte si tratta di un omaggio alla città di Venezia e alla sua bellezza decadente e unica al mondo, una serie di architetture attraverso le quali il regista cerca di svelare le pieghe del suo cuore.

In verità tutto il documentario rappresenta un viaggio simbolico, più che sulle gondole dei suoi amici ancora oggi abili vogatori, nella mente del padre, un uomo che ha dedicato tutta la propria vita alla scienza, da qui il nome Molecole.

Accanto alla riflessione del rapporto figlio-padre del regista, troviamo un’importante analisi dello sconvolgimento sociale causato a Venezia dal Covi-19 durante i mesi passati: un disastro per il l’economia, totalmente dipendente dalla presenza dei turisti, in assenza dei quali i cittadini rimasti, oltre a rappresentare un numero esiguo di abitanti, non possono andare avanti e sopravvivere in isole carissime per chiunque; solo l’amore folle per un luogo speciale può trattenerli in abitazioni spesso sommerse dall’acqua e dall’umidità.

In un’intervista Segre descrive l’impatto che ha avuto il fenomeno-virus anche sul suo lavoro e sulla sua vita personale, mettendo l’accento sulla portata degli eventi anche dal punto di vista "psicologico": «Ero a Venezia per lavorare su due altri progetti che continuo a portare avanti. Stavo girando delle immagini per uno spettacolo per il Teatro Stabile del Veneto sul tema delle acque e stavo realizzando dei sopralluoghi per un lungometraggio di finzione sul tema del turismo. Proprio in quel momento è esplosa l’emergenza sociosanitaria, io il 22 febbraio ero pronto a girare. Ho sospeso i progetti che stavo portando avanti e ho iniziato a prendere appunti senza sapere neppure io esattamente cosa stavo realizzando. Tornato a Roma ho capito che quello che avevo tra le mani era silenzio, fragilità e vuoto. E cominciato a scavare dentro di me».

È proprio questa spinta a colmare il vuoto che si è creato, che Segre assembla ricordi e immagini, provenienti da un superotto del cugino e dalle foto della famiglia, in cui la figura del padre funge da raccordo emotivo, nel collegare i tanti significati della propria esistenza.

È grazie alla presenza/assenza del padre, che il regista riesce a dare un movimento alle idee che dalla propria mente si riversano in una descrizione d’immagini di Venezia, ora priva della presenza turistica: un vuoto che risuona anche nella sua anima, bisognosa di colmare quel sentimento attraverso un dialogo mai veramente completato con il padre.

Così la ricerca di un’identità familiare viene accostata con grazia e bellezza, alla condizione di una città che è emblema dell’esistenza di un padre, il quale aveva da sempre cercato una risposta all’incertezza dell’esistenza attraverso la scienza e lo studio delle molecole.

Venezia, le molecole, la scienza, la paternità, sono tutti elementi che spingono verso un unico centro, ma che al contempo vengono disturbati da forze incontrollabili e centrifughe: così come è inevitabile il cambiamento che stiamo vivendo, e che solo grazie ad un civiltà più evoluta, si potrà controllare e ridefinire, per non perdere la ricchezza che circonda le nostre vite.


CAST & CREDITS

(Molecole) Regia: Andrea Segre; sceneggiatura: Andrea Segre; fotografia: Matteo Calore, Andrea Segre; montaggio: Chiara Russo; musica: Theo Teardo; interpreti: (Elena Almansi), (Maurizio Calligaro), (Gigi Divari), (Giulia Tagliapietra); produzione: ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni; distribuzione: ZaLab Film Italia; origine: Italia; durata: 68’


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