X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Mondovino

Pubblicato il 16 aprile 2005 da Michela Greco


Mondovino

”Ci vuole un poeta per fare un buon vino. Ora invece lo fanno gli enologi, sono brillanti e seducenti” è una delle testimonianze raccolte da Jonathan Nossiter nella sua esplorazione del mondo della produzione vinicola tra Stati Uniti, Francia, Italia e Brasile. Mondovino è un altro racconto della nostra contemporaneità girato in digitale, tecnologia che sembra aver contribuito in modo decisivo all’eccezionale rinascita del cinema documentario di questi giorni grazie alla sua leggerezza, alla sua versatilità e alle sue qualità visive di vivido realismo. Dal punto di vista delle immagini, infatti, Mondovino (girato con una telecamerina prosumer) rivela come l’attenzione maggiore sia stata riservata alla sostanza piuttosto che alla forma, con riprese che spesso sembrano casuali oppure ondeggianti più di quanto la situazione non richieda. Ma la vera forza di questo film è la completezza dell’indagine, che osserva a 360 gradi e riporta testimonianze che vanno dal potentissimo e ricchissimo produttore americano al contadino brasiliano, dal marchese italiano dalla tradizione enologica secolare al proprietario di una piccola enoteca, rivelandoci un panorama affascinante e variegato in cui si riproducono i meccanismi distorti del mercato globalizzato. In questi ultimi anni il vino sta vivendo una fortissima crescita di attenzione e di mercato, si è diffuso in paesi privi di tradizione vinicola e in cui era considerata una bevanda elitaria, come dimostrano anche il cinema, con la ribalta di un film come Sideways, e il pullulare di corsi per sommelier. Ma prima di questo documentario pochi conoscevano il dietro le quinte delle bottiglie che puntualmente gli amici ci offrono a cena, e i motivi che possono fare lievitare il prezzo di un vino toscano da 75.000 lire a 110 euro nel giro di un anno. In Mondovino è rappresentata la realtà delle famiglie che da generazioni coltivano con amore, nel loro piccolo, quella che considerano una vera e propria arte, indissolubilmente legata alla terra e agli elementi naturali; quelle per cui il grappolo, la terra, la botte, l’aroma e il gusto delle loro fatiche è Cultura, e che si sforzano di lottare contro un mercato spietato e ipercompetitivo. E poi ci sono personaggi come il critico di vini Robert Parker, praticamente onnipotente, che con le sue “recensioni” riesce a spostare il mercato mondiale, a determinare il prezzo dei vini e a terrorizzare - o esaltare, a seconda dei casi - le famiglie dei produttori che pendono dalle sue labbra per conoscere la sorte del loro vino. C’è anche il famosissimo enologo Michel Rolland, consulente delle più importanti aziende vinicole del mondo, capace di rivitalizzare la produzione di una vigna fino a farla diventare la prima nel mercato o addirittura di creare dal nulla, in territori che non hanno mai conosciuto viti come l’India, bottiglie da vendere a caro prezzo nei cinque continenti. Il rischio è quello dell’omologazione, e lo percepiamo tanto più chiaramente se non guardiamo al vino come a una marca (come fanno i Mondavi, che producono bottiglie in tutto il mondo), ma come un oggetto di cultura da rispettare e valorizzare nella sua diversità. Se a “prendersi cura” delle vigne dei soggetti trainanti del mercato è sempre la stessa persona, e se il giudizio finale è affidato a un unico critico (statunitense, e che ha portato ai primi posti i vini statunitensi...) probabilmente tutti i vini finiranno per assomigliarsi...

[aprile 2005]

regia: Jonathan Nossiter fotografia: Jonathan Nossiter montaggio: Jonathan Nossiter produzione: Goatworks & Les Films De La Croisade distribuzione: Bim durata: 135’ origine: Francia, 2003

Enregistrer au format PDF