Moolaadé

E’ difficile raccontare il dolore e ancora più difficile farlo con il tatto e la delicatezza di Ousmane Sembene il grande regista del film Moolaadé passato al festival di Cannes nella sezione Un Certain regard.
Sembene è un artista poliedrico, un regista "impegnato" che dal 1966 racconta, attraverso il cinema, le difficoltà della sua terra e delle donne africane (nel 1999 ha girato Faat-Kiné, la storia di una madre che abbandonata dal marito lottava per garantire alla figlia un’indipendenza morale e culturale).
Moolaadé è un film caldo e appassionato che non scade mai nel patetico o nel raccapricciante. Stupisce la capacità di un cineasta-uomo di sapersi accostare con grazia e sensibilità ad una tematica femminile così delicata come quella dell’infibulazione. Il regista ottantenne decide di scomparire dietro ad una macchina da presa che accenna solo raramente qualche movimento per lasciare la realtà libera di emergere in una tutta la sua agghiacciante chiarezza.
In Africa milioni di donne oggi, subiscono questa pratica barbara così violenta e dolorosa da causare la morte di molte bambine.
Il film è la storia di una donna, Collé Ardo, che lotta perchè la vita diventi un pò più umana, perchè la barbarie non vinca sulla dignità. Un racconto bello e doloroso, ambietato in una terra calda dai colori incantevoli che puo trasformarsi, improvvisamente, nell’inferno.
Collé decide di ospitare presso la sua casa, provocando uno scandalo, delle bambine di un altro villaggio scappate per evitare l’escissione.
Almeno 120 milioni di ragazze hanno subito pratiche di mutilazioni genitali. Come spesso accade, sono le stesse donne ad allevare le proprie figlie nel rispetto di una tradizione pericolosa, accompagnandole e assistendo all’"operazione" pur avendo provato sulla loro stessa pelle il dolore della mutilazione.
Qualche anno fa, quando l’Occidente ha scoperto l’esistenza del Burka, le donne di tutto il mondo hanno gridato allo scandalo. Ma il burka, il velo, non sono nulla rispetto al dolore della femminilità violata, rispetto allo strazio fisico e morale di una madre che consapevolmente accompagna una figlia al martirio.
Emma Bonino, deputata radicale europea che da anni lotta e combatte per il riconoscimento dei diritti delle donne nel mondo, afferma che una vera e propria rivoluzione può partire solo dalle stesse donne madri e figlie che devono cominciare a ribellarsi e a lottare per il rispetto dei propri diritti.
"Moolaadé" significa diritto di asilo, di protezione e la possibilità di far valere il diritto umano su quello della tradizione. Perchè è vero che le culture vanno preservate e difese e che nessuno ha il diritto di giudicare una cultura diversa, ma bisogna ricordare che ci sono diritti umani inalienabili che annullano le barriere culturali e fanno del mondo un solo popolo.
(Moolaadé) Regia: Ousmane Sembene; soggetto e sceneggiatura: Ousmane Sembene; fotografia: Dominique Gentil; montaggio: Abdellativ Raiss; musica: Abdellatif Raiss; scenografia: Joseph Kpobly; interpreti: Fatoumata Coulibaly (Collé Ardo Gallo), Maimouna Hélène Diarra (Hadjatou), Salimata Traoré (Amsatou), Dominique Zeïda (il mercenario), Aminata Dao (Alima Ba), Mah Compaoré, Stéphanie Nikiema, Mamissa Sanogo; produzione: Ciné-Sud Promotion, Cinétéléfilms, Filmi Domireew, Les Films Terre Africaine; distribuzione: Lucky Red; origine: Senegal 2004; durata: 120’;
