Mr. Magorium e la Bottega delle Meraviglie

Nessun risvolto dark, nessuna traccia di magia nera, nessuna resa dei conti tra forze del bene e del male in questa colorata favoletta scritta e diretta dall’esordiente Zach Helm. L’elemento magico trova spazio esclusivamente come naturale prolungamento dei buoni sentimenti e dell’apertura nei confronti di ciò che la vita può riservare. Tra i nemici da sconfiggere si contano solo le insicurezze quotidiane, le piccole diffidenze, verso gli altri e verso noi stessi, che spesso ci tengono a distanza dal mettre a frutto le opportunità di fronte alle quali ci troviamo ogni giorno. La morale del racconto, infatti, semplice quanto inflazionata, risiede tutta nel motto "bisogna credere per vedere", scherzosa inversione dell’adagio popolare che fa della diffidenza sistematica una virtù.
La Bottega delle Meraviglie di Mister Magorium non è un semplice negozio di giocattoli, esattamente come il suo 243enne proprietario non è affatto un semplice negoziante. Tra gli innumerevoli scaffali e le svariate stanze segrete della bottega, infatti, i piccoli clienti possono imbattersi in palline di gomma che rimbalzano da sole, aerei di carta che volteggiano in aria per ora, zebre che si aggirano indisturbate come animali domestici, cataloghi magici che materializzano il gioco che cerchi, orsacchiotti di pezza che ti porgono le braccia per essere abbracciati, schiere sterminate di incredibili balocchi da ogni parte del mondo, collaudati in prima persona insieme ai bambini dal bislacco e sorridente Magorium. Ma dopo più di un secolo di strabiliante servizio, quest’ultimo ha serenamente deciso che è giunto il momento di andarsene e di lasciare la gestione del negozio alla dolce commessa tuttofare Molly Mahoney, un tempo bambina prodigio del pianoforte, ora ventitreenne alle prese con un difficoltoso passaggio alla vita adulta. Scoraggiata dai ripetuti fallimenti nel portare a termine la scrittura del suo primo concerto, la ragazza è convinta di non possedere il tocco magico del suo mentore e per questo cerca in ogni modo di convincerlo a restare. Il negozio, sentendosi abbandonato, mette letteralmente il broncio e perde le sue fantastiche qualità. Con lui mette il broncio anche il piccolo Eric, beniamino di Molly e Magorium, che ha difficoltà a relazionarsi con gli altri bambini e che teme di rimanere completamente solo dopo la probabile chiusura del negozio.
Lontanissimo dalla saga Potteriana e dai vari epigoni che ne hanno in questi anni cavalcato il successo, Mr Magorium e la Bottega delle Meraviglie sembra più che altro guardare alla leggerezza naif e hai toni caramellati dei vecchi film per famiglie Disney, quelli in cui le automobili si guidavano da sole, o addirittura volavano, proprio come le babysitter e i letti in ottone, senza che una precisa spiegazione del fenomeno venisse richiesta dalle espressioni di gaudente stupore del pubblico preadolescente.
Helm, che prima di farsi notare da Hollywood con la sceneggiatura di Vero come la Finzione ha lavorato come commesso in un negozio di giocattoli, dimostra grande fiducia nella capacità, spesso messa in dubbio, dei bambini odierni a lasciarsi andare alla più candida e bambinesca, appunto, ingenuità.
Ed è forse proprio in questa fiducia che risiedono i principali pregi e difetti del film; se i fantasiosi spunti visivi offerti dal negozio sono spesso simpatici e sorprendenti, i lazzi del peterpanesco Magorium, intepretato da un Hoffman chilometri sopra le righe, si spingono più volte oltre la soglia della forzatura, della carineria smaccata e stucchevole (l’ultima giornata di Magorium insieme a Molly ne è un formidabile campionario). La sceneggiatura di Helm, divisa in capitoli dai titoli bizzarri, come nei libri di Roald Dahl, alterna atmosfere e spunti immaginifici ad improvvise secche di già visto. Dopo una prima parte comunque incoraggiante, il racconto si sfilaccia precipitosamente nelle vicinanze del finale, probabilmente a causa di un eccesso di tagli in fase di post-produzione. la Portman, pur portando in dote l’ aggraziata insicurezza richiesta dal suo personaggio, si trova troppo spesso complice del gioco di sorrisi vagamente ebeti del personaggio di Hoffman. Decisamente più convincente Bateman nella parte del contabile stacanovista che si è dimenticato di come si fa a giocare, tanto da riportare alla mente l’ingessata simpatia di Dean Jones, star della serie sul Maggiolino Herbie e di diversi altri film Disney di qualche decennio fa.
In definitiva Mr Magorium e la Bottega delle Meraviglie si configura come una pellicola per bambini che guarda con nostalgia al modello classico della favola (la vicenda è posizionata, tra l’altro, in un oggi fiabesco non contaminato dai videogames, che avrebbero dato parecchio filo da torcere alle Meraviglie di Magorium) e che intende probabilmente abbassare le pretese del genere rispetto allo scafato citazionismo dell’animazione targata Dreamworks, e alle complesse cosmologie dell’attuale moda fantasy. Anche trovandosi molto ben disposti verso questo tipo di inversione di tendenza, è forse il caso di affidarsi a prodotti più originali e coerenti nella forma. Sforando nel campo dell’animazione, come fatto qualche riga sopra, un modello da seguire ci sarebbe già.
(Mr Magorium’s Wonder Emporium) Regia: Zach Helm; soggetto: Zach Helm; sceneggiatura: Zach Helm; fotografia: Roman Osin; montaggio: Sabrina Plisco, Steven Weisberg; musiche: Alexandre Desplat, Aaron Zigman; scenografia: Thérèse DePrez; costumi: Christopher Hargadon; interpreti: Dustin Hoffman (Mr Edward Magorium), Natalie Portman (Molly Mahoney), Zach Mills (Eric Applebaum), Jason Bateman (Henry Weston); produzione: Film Colony, Mandate Picures; distribuzione: Moviemax ; origine: USA 2007; durata: 94’; web info: sito ufficiale
