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MYSTIC RIVER

Pubblicato il 17 dicembre 2003 da Giovanni Spagnoletti


MYSTIC RIVER

In pregiudicato sino all’ultimo momento per la Palma d’oro all’ultima Cannes, che molti davano per certa e che avrebbe “santificato” una carriera ormai gloriosa, Mystic River è di sicuro una delle massime punte nella filmografia di Eastwood. Era dai tempi de Gli spietati, infatti, che il regista di Carmel non ci consegnava un apologo filosofico così stringente sullo stato (devastato) della propria nazione, pur avendo realizzato nel frattempo tanti altri film interessanti, più o meno folgoranti. Quest’ultimo, invece, ha di sicuro una marcia in più, perché sotto le semplici apparenze di una storia poliziesca di vendette e di abusi in una Boston proletaria, Eastwood ci narra una vera e propria tragedia americana dreiseriana - un film sul disagio dell’uomo americano nei confronti di se stesso e sul problema dell’uso della violenza per motivi personali o sociali - con una forza e una coerenza difficili da imitare.Da questo punto di vista, in maniera diversa ma forse ancora più efficace, Mystic River prosegue e approfondisce il discorso svolto in forma esplicita e documentale da Gus Van Sant con Elephant (o dallo Scorsese di Gangs of New York), sulle radici violente dell’anima americana. A differenza di questo però, nasconde tutto ciò sotto le mentite spoglie del genere, del cinema tradizionale e della detection poliziesca classica, per cercare di scoprire poi la radice del problema da investigare. È interessante notare come tutto ciò venga compiuto tramite moduli narrativi apparentemente convenzionali e che per questo motivo i suoi risultati siano ancora più conturbanti. Ma a prescindere da qualunque pur fondamentale discorso di “sottotesto”, Mystic River resta un film affascinate e cupo, splendidamente recitato e altrettanto bene diretto, come nella migliore tradizione del buon cinema classico americano. A dimostrazione del fatto che la vecchia macchina cinema ci continua a riservare delle belle sorprese, quando dietro la mdp c’è chi la sa far funzionare. Come il nostro amato Clint.


CAST & CREDITS

Regia e musica: Clint Eastwood Sceneggiatura: Brian Helgeland, tratta dal romanzo La morte non dimentica di Dennis Lehane Fotografia: Tom Stern. Montaggio: Joel Cox Interpreti: Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Laurence Fishburne, Laura Linney, Marcia Gay Harden. Produzione: Malpaso Productions per Warner Bros. Origine: Usa, 2003 Durata: 137’ Distribuzione italiana: Warner Bros


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