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Necropolis: La città dei morti

Pubblicato il 11 settembre 2014 da Sarah Mataloni
VOTO:


Necropolis: La città dei morti

Necropolis - La città dei morti, thriller diretto dal regista John Erick Dowdle, è ambientato nel mondo sotterraneo e oscuro di Parigi, un labirinto di oltre 200 km di gallerie, luogo di esplorazione di Scarlett (giovane e appassionata archeologa esperta di alchimia e alla ricerca della pietra filosofale) e di un gruppo di esperti di cunicoli sotterranei della città.

La parte introduttiva alla discesa nei sotterranei ha le peculiarità e gli antefatti tipici di un film di avventura (sullo stile della saga Indiana Jones): la giovane studiosa disposta a tutto pur di apprendere ciò che a suo padre non è riuscito, George, amico inseparabile di Scarlett (Ben Fieldman) coinvolto, suo malgrado, nella discesa negli inferi e il racconto della precedente spedizione in Iran da parte di Scarlett (avventura che spinge la giovane archeologa a scendere nei sotterranei per decifrare la chiave di ciò che nessuno ha mai scoperto). Appena la spedizione varca i confini dei cunicoli sotterranei, il viaggio alla scoperta “della pietra filosofale” si preannuncia un viaggio senza ritorno, che porta a galla i conflitti e gli irrisolti di ciascun personaggio, in un’atmosfera ansiogena che gioca sulla paura del buio e sugli spazi stretti.

Necropolis, infatti, sulla scia di film come The Tunnel e The Descent, sfruttando al meglio l’atmosfera claustrofobica delle catacombe dei sotterranei di Parigi, riesce a tenere il pubblico in uno stato di sospensione continua, grazie all’alternanza di alcune inquadrature che non danno idea della reale situazione ( elemento che lascia in uno stato di continua incertezza), attimi di buio, improvvise apparizioni lampo di morti (fantasmi dei personaggi stessi). L’ambientazione è azzeccata e –elemento molto apprezzabile- il film non punta sulla “proliferazione di morti e sull’apparizione costante di orrende creature: i fantasmi sono i conflitti dell’inconscio dei membri della spedizione, alcuni dei quali finiscono per esserne risucchiati.

Il film, tuttavia, in alcuni punti perde di credibilità: alcune spiegazioni di simbologie incise su pietre, (provenienti da differenti matrici: quella egiziana, la tradizione alchemica, quella dantesca) date da parte di Scarlett nel corso della discesa negli inferi, non sono naturali, interrompono lo stato di ansia, e sembrano dover necessariamente incastrarsi per rendere didattico e “colto”ciò che che dovrebbe essere solo ricco di suspence. Inoltre alcuni dialoghi sono inopportuni e scontati per una situazione assurda sospesa tra la vita e la morte (George, prima di scendere ancora di più dichiara a Scarlett di aver passato con lei la settimana piu bella della sua vita durante una spedizione in Turchia).

La forza di questa pellicola, (che prevale su elementi poco chiari o poco credibili) è l’atmosfera cupa, uno stato perennemente destabilizzante che non permette mai allo spettatore di rilassarsi e di trovare punti fermi o soluzioni immediate: è tutto giocato sulla continua e inquietante sospensione, che si insinua fastidiosamente senza regalare al pubblico pause o momenti di respiro.


FOTOGALLERY


CAST & CREDITS

(As above, so below); Regia: John Erick Dowdle; sceneggiatura: John Erick Dowdle, Drew Dowdle; fotografia: Léo Hinstin; montaggio: Elliot Greenberg (separati da virgola); musica: Dan Wilcox; interpreti: Edwin Hodge, Ben Feldman, Perdita Weeks; produzione: Legendary Pictures; distribuzione: Universal Pictures; origine: USA, 2014; durata: 93 min.’; webinfo: http://necropolis-lacittadeimorti.it/]


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