Neil Young

Anche se con brani più classici della cultura americana e non più tanto della musica solamente, come nel caso di Oh Susannah, Clementine, High Flying Bird, e considerando pure la chiusura con l’inno nazionale inglese rivisto alla maniera che più gli è consona (pulita no, ma sicuramente coerente, ed è comunque un canadese, per altro di Toronto, che suona musica americana), il progetto Americana del Giugno 2012 non è proprio una novità nel panorama musicale. Però qui bisogna capire bene cosa voglia significare reinterpretare la tradizione o seguirne l’adeguamento contemporaneo nel suo sviluppo tecnologico, perchè un altro esempio per contrasto, non dei ma sui Pink Floyd, lo possiamo trovare quando un gruppo di artisti ripropose alcuni dei pezzi più ostici del combo di Cambridge alla maniera Bluegrass.
Questo back to roots, in parte anticipato con Living With War con cui è tornato ai contenuti storici delle ballate pacifiste, ha poi un seguito con la storia personale della musica del suo autore col lavoro immediatamente successivo ad Americana, Psychedelic Pill, Ottobre 2012, in cui come ai tempi del grande esordio solista la materia psichedelica è tradotta in prolungati fraseggi elettrici per la sei corde (Americana comunque si fa apprezzare maggiormente nel genere root-folk-revisited per il suo impianto molto meno concettuale e studiato, andando a prendere brani che si cantano da sempre in tutte le lingue del mondo ormai).
In linea di massima il genere musicale noise si stacca dalla psichedelia già con Neil Young, 1968. E nel giro di questi ultimi due anni l’autore canadese è uscito con due copie dell’evoluzione del genere, entrambe in linea col suono che ha reso celebre nel mondo il timbro di The Loner, ed entrambe seguite da dei filmati di cui quello su Americana si compie con un lavoro tecnicamente contrario alla preparazione delle musiche del film di Jarmush con Depp, per cui le immagini sono un collage di opere di Griffith cucite su misura sul disco, e quello del 2010, se ancora una volta parte dalla collaborazione con Jarmush per impatto visivo, si accosta invece al lavoro di Greendale girato al Rymann di Nashville da Demme che ne produrrà un altro nel 2011, Journeys.
Psychedelic Pill sicuramente non chiude ma celebra il giro di storie musicali attorno alla mainline rumoristica considerando assieme il genere psichedelico (che non è solo espressione di una tecnica o di un genere musicale, oltre che essere mitologia contemporanea) e quello di sperimentazione elettrificata sulle improvvisazioni soliste che del genere psichedelico sono la sola espressione musicale e l’espressione di una tecnica musicale nuova che se consideriamo le addictions precedenti agli psichedelici si può risalire così indietro che sarebbe davvero interessante riuscire a fermare il tempo al momento giusto per capirne la provenienza.
Neil Young & Crazy Horse, Psychedelic Pill, 30 Ottobre 2012. Disc 1: Driftin’ Back, Psychedelic Pill, Ramada Inn, Born In Ontario. Disc 2: Twisted Road, She’s Always Dancing, For The Love Of Man, Walk Like A Giant, Psychedelic Pill (alt mix). www.neilyoung.com.
