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Nel mondo

Pubblicato il 31 luglio 2020 da Alessandro Izzi
VOTO:


Nel mondo

Nel mondo chiude una trilogia che era iniziata con Memorie - In viaggio verso Auschwitz ed era proseguita, poi, con Vita Nuova.
Al centro di tutti e tre i documentari (definizione riduttiva se si tiene conto della complessità filosofica del risultato finale), una ricognizione a tutto tondo sulla realtà dei rapporti familiari, fonte, da una parte, di una certezza identitaria capace di sostenerci nelle continue difficoltà della vita quotidiana e, dall’altra, prigione che ci impone maschere, modi di vedere e interpretare sé stesso e gli altri non sempre adeguati alla fluidità relazionale della vita contemporanea.

Se il primo capitolo aveva posto l’accento sul rapporto tra fratelli, con Vita Nuova e ora con Nel mondo l’accento si sposta verso l’ambito genitoriale, seguendo le difficoltà di una coppia (lo stesso regista, Danilo Monte, e la sua compagna di vita e di lavoro Laura D’Amore) alle prese con la nascita del primo bambino. Se il secondo tassello della trilogia raccontava le difficoltà della fecondazione assistita, con tutte le problematiche connesse all’invasività della pratica medica nella vita di coppia, d’improvviso catapultata nel girone infernale delle visite, delle analisi, degli aghi e dell’invasione brutale della propria intimità, Nel mondo comincia, invece, con la nascita del piccolo Alessandro, seguita in diretta dai primissimi vagiti sino ai primi passi, compiuti, fortunosamente, in favore di macchina.

Lo sguardo soggettivo della macchina da presa partecipante (secondo una propensione documentaristica consapevole del fatto che la presenza di uno sguardo modifica sostanzialmente la realtà fatta oggetto di visione) cattura così tutto ciò che si costruisce intorno al mistero del venire al mondo: dall’iniziale sorpresa del miracolo, alla quotidianità del prendersi cura, fino alla fatica che pian piano disgrega la coppia, trasformandola all’interno in un’entità diversa e nuova.
Di fronte a una non narrazione che affronta il ciclo delle stagioni con un perfetto bilancio tra il freddo dello sguardo scientifico e il bollente della necessaria partecipazione emotiva agli eventi, lo spettatore si ritrova presto incatenato non tanto dalla visione delle prime volte del piccolo Alessandro - sempre più consapevole del suo esserci, del mondo che lo circonda e della posizione che occupa – quanto da tutto ciò che scorre sotto il racconto, innervandolo. Restiamo così colpiti dalla radicale trasformazione di pensiero che una nuova vita porta nella realtà di persone come noi, un po’ come la morte che, a pochi passi dal chiudersi dell’ultima ripresa, riequilibra il mondo, chiudendo i conti non solo con questo, ma anche con gli altri due capitoli della trilogia.

Danilo Monte firma ancora una volta un’opera intrigante, forse meno importante di quel primo Memorie-In viaggio verso Auschwitz che ci era parso, forse, ancor più radicale nella scelta artistica, ma comunque espressione di un gesto artistico forte, capace di mettersi in gioco su tutti i fronti senza mai cadere nell’autoreferenzialismo perennemente dietro l’angolo in operazioni di questo tipo. Soprattutto firma un’opera solo apparentemente votata alla mera ripresa fenomenologica, in realtà perennemente in bilico tra le esigenze di scrittura (che è riflessione critica su quanto si filma, esercizio di una scelta e quindi necessità di un punto di vista) e il bisogno di affidarsi al reale che decide sempre di suo da che parte andare e come chiudere i suoi conti.
Ora non resta che aspettare le ulteriori evoluzioni di un pensiero registico che è stato, sino a questo momento, coerente nella sua radicalità e sincero come pochi.


CAST & CREDITS

(Nel Mondo); Regia: Danilo Monte; soggetto: Danilo Monte, Laura D’Amore; sceneggiatura: Danilo Monte, Alessandro Aniballi; fotografia: Danilo Monte, Laura D’Amore; montaggio: Johannes Hiroshi Nakajima; musiche: Giulia’s Mother, Gianmaria Testa (End Credits track); produzione: Collettivo Don Quixote, Polivisioni creAction; origine: Italia, 2019; durata: 77’


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