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Nel paese del sangue e del miele

Pubblicato il 10 febbraio 2012 da Matteo Galli


Nel paese del sangue e del miele

E’ impossibile non considerare il film di esordio di Angelina Jolie In the Land of Blood and Honey (Nel paese del sangue e del miele), forse fin dal titolo, un niente più che dignitoso prodotto in linea con l’ormai decennale impegno umanitario dell’attrice americana come ambasciatrice speciale dell’ONU per i rifugiati. Il film è affetto fin dalle primissime sequenze da un eccesso di volontarismo didascalico; oltre alle dettagliate delucidazioni riportate nel paratesto (titoli di testa e titoli di coda) non di rado i personaggi ci spiegano, ma verrebbe soprattutto da dire: spiegano al pubblico americano alcuni snodi storici della storia jugoslava. Il conflitto su cui si regge il film è fra i più classici della storia della letteratura, del teatro, del cinema mondiale: la Storia, per lo più la guerra , separa una coppia che si ama. Lui è un capitano serbo, lei è una pittrice bosniaca, musulmana. Non fanno neanche in tempo a capire quanto si piacciono che nel locale dove si sono incontrati scoppia un ordigno che li scaraventa per vari anni su due fronti opposti e inconciliabili. A nulla valgono i tentativi del capitano di prendere la ragazza sotto la propria ala protettrice risparmiandole tutte le vessazioni nel campo profughi che la vede prigioniera insieme a molte altre donne, regolarmente martoriate e stuprate. Finché sono le altre ad esserlo il capitano Danijel fa finta di non vedere, ma alla sua Ajla viene riservato un trattamento speciale, in una fase successiva della guerra il capitano andrà addirittura prelevarla dalla clandestinità per farla venire fino al quartier generale, riservandole una stanza singola e permettendole di continuare a dipingere, fra gli sguardi malevoli di chi sta loro intorno. Durante la guerra, si sa, gli individui non sono più individui, appartengono a nazioni, fazioni, branchi, etnie che esercitano un potere di omologazione, di persuasione al quale in fondo nessuno è in grado di resistere – e non resisteranno infatti né la protagonista né il capitano, vittima peraltro di costellazioni familiari degne di Shakespeare oppure di Schiller, un padre-padrone grigio-crinito e quasi vetero-testamentario, egli stesso generale dell’esercito serbo, animato da un odio atavico verso i musulmani che gli hanno decimato la famiglia, che fa di tutto per distogliere il figlio dalla passione illecita per la pittrice. Intorno a questo conflitto inconciliabile e dunque tragico, anche se un po’ troppo insistito (qualche taglio qua e là al film non avrebbe fatto male), la regista, procedendo per accumulo e variatio inanella attentati, sparatorie, cecchini, evacuazioni forzate, deportazioni e tanta tanta violenza carnale, secondo un’estetica pesantemente realistica, che non lascia spazio a nessuna sorpresa visiva o di scrittura: tutto tragicamente già visto. Già nel corso della lavorazione il film si è portato dietro un bello strascico di polemiche: nessun produttore serbo ha permesso ad Angelina Jolie di servirsi di set locali ( il film alla fine è stato girato in Ungheria), anche le associazioni di profughi bosniaci non erano particolarmente felici di una storia d’amore fra una donna bosniaca e un soldato serbo e poco prima dell’uscita negli USA (nel dicembre scorso) è saltata fuori anche un’accusa di plagio da parte di uno scrittore bosniaco. La ricezione negli USA è stata tutto sommato tiepida. Un film alla fine onesto, esteticamente del tutto privo di originalità, ma ben recitato dai due protagonisti, Goran Kostic e Zana Marjanovic.


CAST & CREDITS

In the Land of Blood and Honey Nel paese del sangue e del miele Regia e sceneggiatura: Angelina Jolie; fotografia: Dean Semler; montaggio: Patricia Rommel; musica Gabriel Yared; interpreti: Zana Marjanović (Ajla ), Goran Kostić (Danijel ), Rade Šerbedžija (Nebojsa ); Vanesa Glodjo (Lejla ); produzione GK Films, USA; origine: Usa; durata: 126’


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