Stefano Incerti torna dietro la macchina da presa per dirigere Neve, noir asciutto e rigoroso in cui si alternano angosce e speranze.

Due persone apparentemente diverse si incontrano in un momento estremamente critico delle loro vite: un uomo qualunque (Roberto De Francesco) in viaggio a bordo di una station wagon verde e una donna bellissima (Esther Elisha) legata a un boss locale. In un paesaggio candido e gelido si metterà in moto una giostra di inganni, violenze ed emozioni forti.

Affiancato da Patrick Fogli il regista scrive e mette in scena un racconto suggestivo; un thriller privo di assassini ma capace di scavare nella psicologia dei protagonisti e di insinuarsi nella coscienza degli spettatori con semplicità e potenza. Donato e Norah conducono due esistenze in bilico, ai margini della società, simili a quelle vissute da alcuni personaggi creati da Georges Simenon.
Uniti dalla casualità, l’uomo e la donna instaurano un rapporto intenso, fatto di gesti e di parole non dette. Un legame alchemico non convenzionale, rafforzato dall’attesa di scoprire il mistero che ognuno custodisce dentro di sé.
Il regista crea un’atmosfera ricca di tensione e di silenzi, dimensione ideale per dei personaggi al limite, abituati a ragionare per azioni. Per rendere in maniera più efficace la loro psicologia Incerti si affida a scene secche e brevi, limitando i movimenti di macchina e riducendo i dialoghi, presenti soprattutto nella parte finale del film, momento in cui il legame tra i due diventa indissolubile.
È necessario sottolineare come anche il paesaggio invernale, rigido e inclemente, diventi protagonista della vicenda, in quanto espressione e manifestazione della marginalità vissuta dai personaggi principali della storia.
Promosso da Dario Formisano, Neve rappresenta un esempio di come sia possibile realizzare un prodotto cinematografico di prestigio, impiegando poco denaro e tanta professionalità. Un cast tecnico e artistico appassionato e convincente diretto da un regista capace, vincitore di numerosi riconoscimenti e definito da Ettore Scola come colui in grado di far crescere la tensione attraverso un gesto, uno sguardo, un segno.
Un film intenso ed emozionante, lontano da qualsiasi cliché.