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Cuba in the age of Obama

Pubblicato il 9 settembre 2011 da Giovanna D’Ignazio


Cuba in the age of Obama

«Ho raccontato per più di trent’anni l’America latina e Cuba e ho pensato che era il momento di attraversarla in un periodo di grandi cambiamenti» con queste parole Gianni Minà, vincitore nel 2007 del Premio Kamera alla carriera, introduce il suo Cuba in the age of Obama, documentario di oltre due ore, diviso in due parti, sull’isola latinoamericana. Dall’Havana a Santiago, Minà attraversa l’isola fornendo un resoconto storico della rivoluzione e di ciò che da questa è scaturito. Paragonata all’Italia degli anni ’50, dove coesistevano realtà estremamente differenti (la miseria e l’arte di arrangiarsi da un lato, e dall’altro una realtà culturale e artististica estremamente vivace e interessante) Cuba è una peculiarità storica e sociale, carica di contraddizioni ancora meritevoli di attenzione. Ricco di immagini di repertorio e lunghe interviste, tanto agli storici compagni di rivoluzione del Che, quanto alla popolazione cubana, il documentario è accurato ed evidentemente realizzato con grande passione, ma senza tenere conto dei tempi registici contemporanei e risultando, in definitiva, didascalico.

A dispetto della bellezza delle testimonianze, dalle quali emerge quanto questo poopolo sia legato alla propria storia, tradizione ed etica, Cuba in the age of Obama è un documentario poco avvincente, che tende a indugiare sino alla ridondanza, sui vari argomenti che affronta, dal funzionamento del sistema scolastico a quello dell’esercito, dall’importanza della memoria storica e del sentimento d’indipendenza connaturato nei cubani al problema della base militare statunitense di Guantanamo. Minà si lascia affascinare dalla speldida musica che fa da colonna sonora alle lente panoramiche sui paesaggi e alle lunghe carrellate delle colorate vie, sino a perdersi e a perdere lo spettatore, se non, forse, il più appassionato.

Un documentario, quindi, che rischia di essere liquidato come un reportage per i nostalgici di un’epoca passata che resta solo da rimpiangere, sebbene probabilmente, mai vissuta davvero, se non solo ideologicamente.


CAST & CREDITS

Regia: Gianni Minà:; sceneggiatura: Gianni Minà:; montaggio: Giovanni Stivali:; fotografia: Roberto Girometti:; suono: Boris Ellera Allende:; interpreti: Gianni Minà:; produzione: Loredana Macchietti, Giovanni Stivali:; origine: Italia:; durata: 270’:.


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