Non buttiamoci giù

I tanti, affezionati lettori dei romanzi di Nick Hornby apprezzano lo scrittore soprattutto per l’elegante leggerezza con cui affronta le moderne nevrosi, nonché per la sagacia con cui usa l’arma dell’ironia per evidenziare e sdrammatizzare, al tempo stesso, gli effetti più vistosi della crisi di valori della società occidentale. Le varie trasposizioni cinematografiche delle sue opere hanno sempre puntato, per lo più con successo, a riprodurne integralmente lo spirito sullo schermo, curando la costruzione di caratteri di spessore e credibilità e conferendo grande spazio ed importanza ai dialoghi, spesso taglienti e mai banali. Non buttiamoci giù non fa eccezione e, pur rappresentando l’adattamento di uno dei lavori forse meno efficaci di Hornby, si rivela tuttavia un film godibile e vitale, che si presta in modo perfetto per una visione “scacciapensieri”; ben miscelando infatti toni grotteschi ed atmosfere ai limiti del surreale, la pellicola gioca con l’essenza paradossale di certe situazioni e trasporta lo spettatore verso un territorio fatato, in cui condivisione, amicizia ed amore possono riaprire spiragli di speranza di fronte a vicende anche tragiche e dolorose.
Mentre a Londra impazzano i festeggiamenti per la fine dell’anno, in cima ad un palazzo, tristemente noto per i suicidi verificatisi, si ritrovano a confluire quattro personaggi alle prese con una lacerante disperazione: Martin è un noto conduttore televisivo che ha perso tutto - dalla reputazione, al lavoro, alla famiglia – per una scappatella con una quindicenne che “sembrava avesse 25 anni”; Maureen è invece una donna non più giovane che ha ormai irrimediabilmente perso la capacità di convivere con l’incubo di un figlio autistico; Jess, poi, è una teenager complessa e tormentata, che non sa accettare l’abbandono da parte del suo ragazzo; J.J., infine, è un musicista frustrato, con una band che si è sciolta ed una ragazza che l’ha mollato. Decideranno di desistere momentaneamente per rivedersi poi a San Valentino, maturando un senso di complicità ed intimità che sarà determinante per il futuro …
Per la direzione di Non buttiamoci giù, la produzione anglo-tedesca ha scelto Pascal Chaumeil, regista francese – qui al suo terzo lungometraggio dopo Il truffacuori e Un piano perfetto – che vanta una solida esperienza televisiva e pubblicitaria; la sua regia non si rivela certo memorabile per inventiva od impatto visivo ma dona tuttavia alla pellicola un ritmo intenso, che tiene alta l’attenzione, e soprattutto asseconda con discrezione il lavoro degli attori. Ciò era fondamentale in un film la cui linfa vitale è costituita dai dialoghi, sempre frizzanti ed infarciti di humour nero, per di più finalizzati a costruire personaggi ben caratterizzati e credibili; proprio tale credibilità risultava peraltro essenziale per evitare che la pellicola, già improntata su un registro di fondo grottesco, finisse per scadere troppo sul farsesco o sul demenziale. In tale ambito, anche il cast si rivela adeguato ed affiatato, donando brio e vivacità ai vari duelli verbali che si susseguono; spicca, tra gli altri, l’interpretazione di Imogen Poots, giovane attrice britannica, che riempie di esuberanza e nevrosi il suo ruolo di ragazza ribelle e “schizzata”.
Nel complesso, Non buttiamoci giù rispecchia piuttosto fedelmente lo spirito del romanzo di Hornby, mantenendo intatto il suo messaggio molto semplicistico ma certamente rassicurante: anche nelle situazioni in cui non sembrano esistere vie d’uscita ed il cuore e la mente sembrano scoppiare, l’essere umano non deve commettere l’errore di rinchiudersi in se stesso perché è attraverso la condivisione dei dolori e dei problemi che può essere trovato un valido rimedio alla sofferenza. Su questo clima di fondo un po’ artefatto, infarcito di positività ai limiti del fiabesco, il film assicura comunque un intrattenimento piacevole, mantenendosi divertente senza mai scadere nella volgarità o nel lazzo; si presta quindi ad una visione leggera e spensierata, come una sorta di antidoto “contro il logorio della vita moderna”.
(A Long Way Down) Regia: Pascal Chaumeil; sceneggiatura: Jack Thorne; fotografia: Ben Davis; montaggio: Chris Gill, Barney Pilling; musica: Dario Marianelli; scenografia: Chris Oddy; interpreti: Pierce Brosnan, Imogen Poots, Tony Collette, Aaron Paul, Sam Neill; produzione: Wildgaze Films, BBC Films, DCM Productions, Film4; distribuzione: Notorius Pictures; origine: Gran Bretagna, Germania; durata: 96’.
