Nonno scatenato

Eh, i nonni, che fortuna averne! Emblemi di saggezza, dispensatori di consigli amorevoli e premurosi a volte più dei genitori, testimoni di un passato spesso periglioso come ce lo figuriamo tra un racconto e l’altro, figuriamoci per loro che lo hanno vissuto e combattuto con determinazione e spirito di sacrificio.
Realizzare una commedia incentrata sul rapporto nonno-nipote potrebbe rappresentare un impegno gravoso, con il rischio di gettare la spugna ancor prima di raccogliere idee convincenti, limitandosi ad ammucchiare tutta una serie di cliché e trovate grossolane, confezionando un pasticcio tanto oltraggioso per gli attori che ne prendono parte, quanto pacchiano nella sua resa finale. Ed è quanto accade a Nonno scatenato, diretto da quel Dan Mazer che in tempi non sospetti contribuì alla realizzazione di perle di assoluta e irriverente comicità, come Borat e Ali G, lavorando al fianco dell’istrionico Sacha Baron Cohen. Stavolta il pezzo da novanta di Hollywood da spolpare è Robert De Niro, protagonista fuori dagli schemi nei panni del vedovo Dick, in partenza per le vacanze di primavera con il nipote Jason (Zac Efron), un bravo ragazzo in procinto di sposarsi e con un radioso futuro come avvocato davanti a sè.
Pare chiaro come il punto di riferimento dell’opera di Mazer sia il cult diretto da Alberto Sordi In viaggio con papà, commedia dal sorriso facilone, ma intrisa di una malinconia sottile che, almeno, provava con un pizzico di satira a ricostruire un rapporto generazionale quasi ridotto all’osso. In Nonno scatenato quella sottile malinconia non si percepisce mai: non che si debba per forza mettere a confronto le due opere, ma da un film costruito su un intento così esplicito dovrebbero conseguire riflessioni di un minimo spessore sul rapporto nonno-nipote, che vadano al di là di stucchevoli trucchetti da b-movie. Tuttavia Dan Mazer perde la testa, le idee e calca eccessivamente la mano sui centri nevralgici della commedia sporca all’americana, riducendo il suo film a un siparietto sterile di gag a sfondo sessuale, reiterate all’inverosimile, senza mostrarci null’altro all’infuori di curve femminili e personaggi che definire stereotipati sarebbe un complimento.
La commedia lasciva, della quale American pie ne è il pioniere degli anni Duemila, non è materia modellabile da chiunque, sempre che si avverta ancora il bisogno di riproporre analoghi spunti narrativi, corretti da variabili impazzite, quali nome e volto di una delle leggende di hollywood, come De Niro. Perchè Nonno scatenato è un’operazione messa in piedi solo per guagadnare qualche spicciolo, inutile e difficile perfino per chi ne scrive definirla “film”. Resta un mistero come un’icona del cinema moderno del calibro di Robert De Niro, continui imperterrito ad affossare una carriera eccezionale, cimentandosi in commedie deleterie per il panorama cinematografico e insulse, mortificando la sua immagine, rischiando di perdere un pezzo dopo l’altro della propria dignità.
Ciò che ci si domanda all’uscita dalla sala e che annichilisce ancor di più è “A chi possono mai piacere cose così?”. Alla stregua di un cinepanettone. Perchè al peggio non c’è mai fine.
(Dirty grandpa); Regia: Dan Mazer; sceneggiatura: John M. Philips; fotografia: Eric Aln Edwards; montaggio: Anne McCabe; musica: Michael Andrews; interpreti: Robert De Niro, Zack Efron, Julianne Hough, Zoey Deutch, Aubrey Plaza, Dermont Mulroney, Jason Mantzoukas, Adam Pally, Henry Zebrowski, Brandon Mychael Smith, Jeffrey Bower-Chapman, Jake Picking, Michael Hudson, Mo Collins, Danny Glover; produzione: BillBlock Media, Josephson Entertainment, Ninjas Runnin’ Wild Production, QED International; distribuzione: Eagle Pictures; origine: U.S.A., 2016; durata: 101’; webinfo: Sito ufficiale
