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Notte prima degli esami oggi

Pubblicato il 12 febbraio 2007 da Alessandro Izzi


Notte prima degli esami oggi

Notte prima degli esami raccontava, nella sua grazia manierata, la storia di una crescita e l’irripetibilità di un momento.
Era un film assolutamente autoconcluso che lasciava lo spettatore senza il reale bisogno di un sequel. E questo non perché il regista si fosse premurato di occupare la sequenza dei titoli di coda con una serie gag siparietto che narravano il destino di ogni singolo personaggio, ma essenzialmente perché ad essersi esaurito, davanti allo sguardo dello spettatore, era proprio il motivo poetico, il cuore pulsante e il punto di partenza dell’intera operazione.
Brizzi aveva centrato un obiettivo fondamenteale. Era riuscito, nello spazio minuto di un’operina tanto piccola quanto fragile, a concentrare i motivi di un’ardita rievocazione nostalgica e di un sorriso divertito. Dietro le sue immagini c’era, sì, il rimpianto per il tempo passato, ma c’era anche la consapevolezza ironica di una distanza divenuta ormai incolmabile. E i suoi personaggi, nella loro irrinunciabile dimensione archetipica (lo sfigato, lo spirito libero, il romanaccio, l’amica innamorata e così via) mantenevano, nell’arco della proiezione, il sapore di un’esperienza, avevano una loro vita, seppur limitata nello spazio contenitore dell’inquadratura.
Era un film onesto, Notte prima degli esami. Raccontava la sua storia con la precisa consapevolezza di dover coniugare il proprio sguardo al passato e, nel fare questo, quadrava il cerchio di una serie di misure perfette: i quasi vent’anni che separavano il narratore dalla vicenda narrata e i pochi metri che separavano il pubblico in sala dallo schermo su cui il film veniva proiettato e in cui essi potevano a loro volta proiettarsi.
Perchè Notte prima degli esami era un film ambiguo prima che furbo: raccontava un decennio (gli anni ’80) di astrazioni vaghe e di pop sdolcinato e nel farlo diventava esso stesso astratto e sdolcinato. In questo modo gli spettatori più anziani che avevano vissuto in prima persona quegli anni così poveri di fermenti, così immobili nell’aspirazione a non cambiare nulla e a non fare in alcun modo ’la differenza’, potevano riconoscersi nel divertente e incocludente girare a vuoto dei personaggi, mentre, gli spettatori più giovani, del tutto ignari del proprio più recente passato, potevano agilmente ritrovarsi nelle figure astratte e nei sentimenti piccoli piccoli dei personaggi che venivano loro proposti.
Quei personaggi così sbozzati nel ricordo e nel garbo di un sorriso mai sguaiato non erano in alcun modo come loro. Erano meno scafati, meno cinici, spesso anche meno volgari, ma rappresentavano, comunque, l’immagine di un possibile ideale. Non erano, insomma, il ’come siamo’, ma il ’come ci piacerebbe essere’ del pubblico giovanile italiano di questo nuovo millennio.
Racconto di un momento irripetibile dell’esistenza, Notte prima degli esami finiva per diventare, per tutte queste ragioni, un film esso stesso irripetibile. Per questo motivo, posti di fronte al bisogno anche commerciale di girare un sequel della prima pellicola, gli autori si sono posti trovati di fronte al problema apparentemente insolubile di riuscire a trovare il giusto concept sul quale costruire la sceneggiatura del film.
Era chiaro, infatti, che non si poteva realizzare un sequel tradizionale del film perché a nessuno poteva davvero interessare quello che succedeva ai vari personaggi dopo il fatidico esame di maturità. Ma era altresì chiaro che non ci si poteva neanche limitare ad un mero riciclaggio della formula base del film confezionando il racconto della notte prima degli esami di un nuovo gruppo di amici.
Il fatto era che risultava abbastanza chiaro come il motivo della riuscita del film precedente fosse il perfetto incontro tra un compiuto mix di personaggi ed un preciso evento (l’esame di maturità appunto) che fungesse da catalizzatore e da spartiacque delle loro esistenze.
Per conservare personaggi e struttura Brizzi ha deciso di orientare il concept verso una soluzione tipicamente fumettistica: ha ripreso gli stessi personaggi del film precedente, ma li ha calati in un contesto storico/temporale del tutto nuovo.
Un po’ come Pippo e Topolino, insomma, Luca & Co. si ritrovano a vivere nell’oggi più o meno le stesse avventure che ci avevano emozionato ieri.
Ma Brizzi compie un errore di valutazione che, alla fine, gli è fatale. Non si possono, infatti, isolare i personaggi dal contesto storico nel quale trovano vita naturale. Luca Molinari, a differenza di Topolino che è una maschera e quindi, per definizione, atemporale, è figlio ideale del suo 1989. Il suo carattere, il suo modo di essere sono perfetta espressione del tempo nel quale il personaggio vive e s’innamora. Sicché i personaggi del nuovo Notte prima degli esami per quanto condividano con il vecchio nomi e volti, finiscono per essere personaggi ’altri’ da quelli che ci avevano emozionato e che avevamo amato. E anche il film, privato oltrettutto da quella vocazione nostalgica che lo motivava e gli regalava poesia, finisce per diventare un altro film.
Da questo punto di vista Notte prima degli esami oggi ha un solo merito grande: tenta, con sguardo partecipe e mai ottenebrato da un eccesso di presunta autorialità, di cogliere fino in fondo i mutamenti che hanno investito la società italiana negli ultimi venti anni.
E’ una commedia cinica, l’opera di Brizzi, che esce ambiguamente a San Valentino per raccontare, sotto i ghirigori di una classica storia d’amore buona per tutte le stagioni e per tutti i botteghini, le contraddizioni di un’Italia tanto diversa, pur nella continuità, da quella del 1989 dell’episodio precedente.
E ci parla di una società più triste e cinica. Ci parla di un’Italia che consuma tutta la sua aspirazione ad un’identità nazionale solo di fronte ad un mondiale di calcio. Ci parla di un mondo dove le famiglie tradizionali si sgretolano sotto il peso di aspirazioni non raggiunte e di padri più bambini dei loro stessi figli. Ci racconta, attraverso un apparato narrativo di colpo più disarmonico (più spazio ai problemi dei grandi, meno all’amicizia che diventa un valore aggiunto, sempre precario) di una realtà sociale in cui la Scuola non conta davvero più nulla e la televisione resta l’unica alternativa invisibile.
Fa male Notte prima degli esami oggi e non perché, seguendo un’estetica debitrice del cinepanettone, sia pieno di scene di nudo e di sesso esplicito, ma perché dice cose vere. Senza troppe assoluzioni.
E alla fine l’amarezza prende il sopravvento. In un finale inaspettatamente senza speranza.

Leggi anche la CONFERENZA STAMPA del film


CAST & CREDITS

(Notte prima degli esami oggi); Regia: Fausto Brizzi; sceneggiatura: Fausto Brizzi, Marco Martani, Massimiliano Bruno; fotografia: Marcello Montarsi; montaggio: Luciana Pandolfelli; musica: Bruno Zambrini; interpreti: Nicolas Vaporidis (Luca), Carolina Crescentini (Azzurra), Giorgio Panariello (Paolo, padre di Luca), Andrea De Rosa (Massi), Sarah Maestri (Alice), Serena Autieri, (Prof.ssa Paliani), Eros Galbiati (Riccardo), Armando Pizzuti (Santilli), Paola Onofri, (Antonella, mamma di Luca), Franco Interlenghi (Luigi, nonno di Luca), Clizia Fornasier (Giulia), Enzo Salvi (Poliziotto); produzione: Italian International Film, Rai Cinema, Aurora Film & Tv; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia, 2007; durata: 102’; webinfo: Sito ufficiale


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