X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Una storia sbagliata

Pubblicato il 3 giugno 2015 da Anna Astratti
VOTO:


Una storia sbagliata

Sin dalle prime scene il film incastra piani narrativi diversi, passato e presente, molto diversi fra loro. Il passato a Gela, una coppia si ama in maniera evidente, spudorata. Nel presente la donna della coppia, di nome Stefania (interpretata da Isabella Ragonese), viaggia a bordo di un pullman nel deserto iracheno. Una storia d’amore, di guerra, di dolore e desiderio di vendetta, forse di rivalsa. Occidente contro oriente, mondi opposti che non si capiscono, che forse non si vogliono capire. Come può una moglie capire perché Roberto (Francesco Scianna), il suo uomo, amato desiderato onorato, preferisca partire per luoghi dove vige l’orrore, dove è in corso una guerra, dove si uccide prima di parlare, invece che stare con lei.

Gela come l’Iraq. Diverse mutilazioni: cancro dovuto alle scorie petrolifere contro labbro leporino. Culture sconosciute ma che, nei difetti, collidono. Stefania si accoda ad una missione umanitaria come infermiera durante la seconda guerra del golfo. I suoi "colleghi" sono motivati, allegri nello stato di allerta comune, spinti da vera voglia di aiutare i bisognosi. Lei sta sempre sola, fuma e non mangia, si guarda intorno guardinga alla ricerca di qualcosa, qualcuno, un senso. È presente alle visite, accoglie le madri di bambini mutilati, porta cura agli infanti sofferenti ma lo fa sempre con un’assenza che non è protezione ma solo rabbia repressa, nei confronti di se stessa, nei confronti di un nemico che non ha nome. Cercherà quel nome a costo di essere mandata via, di finire le risorse, a rischio della sua stessa vita.

Bellissima la scena finale: due donne vestite di nero, velate in testa, viso lasciato scoperto, due vedove, quella dell’attentatore e quella della vittima, una delle tante. In una umilissima dimora l’irachena sta cucinando in silenzio su un fuoco scavato nella terra, vicino un bambino piccolo nella sua culla rimediata gioca tutto occhi. L’italiana è finalmente arrivata alla destinazione del suo viaggio: osserva gli spazi della casa, la foto di una coppia di giovani sposi innamorati, il vuoto lasciato dalla parte maschile mancante. Le due donne sono uguali: sofferenti, annichilite, sole. E così uguali e lontane, vicine ma separate, mangiano del riso con le mani, una di fronte all’altra come in uno specchio.

Tavarelli dirige Una storia sbagliata, suo ritorno al grande schermo dal 2006, come un thriller introspettivo, un viaggio spaventoso all’interno di se stessi. Si esce frastornati, turbati, un po’ stupiti.


CAST & CREDITS

(Una storia sbagliata); Regia: Gianluca Maria Tavarelli sceneggiatura: Angelo Carbone, Leonardo Fasoli, Gianluca Maria Tavarelli; fotografia: Marco Pieroni; montaggio: Alessandro Heffler; interpreti: Isabella Ragonese, Mehdi Dehbi, Francesco Scianna, Andrea Bruschi; produzione: Palomar con Rai Cinema; distribuzione: Palomar Distribuzione; origine: Italia, 2015; durata: 109’


Enregistrer au format PDF