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My Sweet Orange Tree

Pubblicato il 16 novembre 2012 da Annalaura Imperiali

VOTO:

My Sweet Orange Tree

Attraverso un portoghese dolce come l’infrangersi delle onde del mare e malinconico come i ricordi vissuti nella solitudine, My Sweet Orange Tree racconta la storia di un piccolo uomo brasiliano.

Zezè Vasconcelos ha sette anni ed è il quarto di cinque figli in una famiglia di operai. La realtà in cui vive è semplice, lontana dal sapere che porta l’istruzione e anonima dal punto di vista del futuro sociale. Eppure Zezé è differente, è sensibile, è precoce e ha talento nel raccontare le storie. E tutte queste storie sono legate al fatto che la sua infanzia lo porta ad essere irruento e pestifero nel cercare il divertimento proprio della minore età. Niente gli dà più piacere che trasformare il suo quartiere in un teatro per le sue angherie ai vicini e agli abitanti della minima località rurale in cui conduce la propria esistenza. Nonostante sua sorella Gloria sappia che lui ha un buon cuore, Zezé non ha alleati e spesso viene picchiato da parte di chi, più grande di lui, può esercitare a proprio vantaggio i rapporti di forza nei confronti degli indifesi. Le cose peggiorano quando suo padre perde il posto di lavoro e la moglie inizia a fare dei turni extra; ma nonostante ciò, il cibo scarseggia per sfamare l’intera numerosa famiglia. Il padre, frustrato, inizia a sculacciarlo sempre di più. Lui trova rifugio nella sua fantasia e nella potenza dell’immaginazione per opporsi alla violenza. E tra le sue fantasie traverse acquista particolare significato il suo rifugio preferito: un irreale Sweet Orange Tree che lui chiama “Minguinho” e con il quale lui condivide tutto...

Delineando la povertà in modo genuino e a tratti commovente, My Sweet Orange Tree si fa portavoce delle problematiche tipiche delle classi sociali più umili all’interno di un paese che solo recentemente sta riuscendo ad uscire dalla condizione di arretratezza in cui si trovava.

Da lodare sotto un profilo tecnico e critico, in My Sweet Orange Tree, sono innanzitutto la fotografia e in secondo luogo la scelta del casting. Il primo elemento si avvale della predilezione di luci e ambientazioni in esterna caratterizzate dal calore dei colori di un paesaggio che ricorda quasi l’area mediterranea. Il secondo, invece, cresce sull’ottima decisione relativa sopratutto al protagonista della vicenda, il giovanissimo Zezè, che incarna perfettamente gli sguardi, le movenze e le espressioni di un bambino alle prese con il difficile mondo degli adulti.

Presentato come opera prima al livello internazionale nella sezione Alice nella Città dell’attuale Festival del Cinema di Roma, My Sweet Orange Tree si distingue per la sua poeticità tipica, allargando il discorso dal particolare al generale, di buona parte della cultura tradizionale sudamericana. Una poeticità che, resa sul grande schermo, ricorda in piccolo, in modo particolare attraverso i primissimi piani, film dal notevole impatto emotivo come Il Postino con il celeberrimo Massimo Troisi.


CAST & CREDITS

(My Sweet Orange Tree) Regia: Marcos Bernstein; soggetto e sceneggiatura: Marcos Bernstein, Melanie Dimantas; fotografia: Gustavo Hadba; montaggio: Marcelo Moraes; musiche: Armand Amar; interpreti: João Guilherme, Ávila Kathia, Calil Caco, Ciocler Eduardo, Dascar José de Abreu, Julia de Victa, Tino Gomes, Emiliano Queiroz, Fernanda Vianna; produzione: Passaro Films; distribuzione internazionale: Elle driver; origine: Brasile, 2012; durata: 99’.


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