Zero Dark Thirty

Spira nuovamente un forte vento di Oscar in casa di Kathryn Bigelow. Dopo il trionfo del 2010 con The Hurt Locker – miglior film e migliore regia – la cineasta californiana cerca il bis con Zero Dark Thirty, in lizza però soltanto come miglior pellicola; fatto singolare, peraltro, perché quest’ultima opera risulta forse ancor più riuscita della precedente, in virtù di una messa in scena asciutta e potente che avvolge e coinvolge. In sostanza, un esempio di ottimo cinema che, dietro un taglio quasi documentaristico, riesce a fondere atmosfere da thriller, incalzanti fasi di azione e momenti di approfondimento su situazioni e protagonisti di un mondo complesso, come quello dell’intelligence, così ricco di indecifrabili zone d’ombra. Avvalendosi di una sceneggiatura di grande efficacia - anche questa volta opera di Mark Boal - la Bigelow dirige con passione e precisione, conferendo pathos intenso e tensione alla narrazione di una vicenda ben conosciuta dal pubblico, come la ricerca e l’eliminazione di Bin Laden; si conferma così cineasta di grande spessore, non a caso l’unica donna ad aver vinto come regista l’ambita statuetta dell’Academy.
La pellicola racconta le affannose indagini per trovare il capo dei terroristi islamici, attraverso gli occhi di Maya, giovane agente dei sevizi segreti americani che dedica tutta se stessa a questa missione, ai limiti dell’ossessione. Aggregata ad un gruppo di agenti Cia che operano in Pakistan nella più assoluta clandestinità, deve inizialmente supportare un collega negli interrogatori di persone che possono fornire informazioni utili alla localizzazione del covo di Bin Laden; si trova quindi a fare i conti con la propria coscienza, stretta tra la necessità di trovare indizi a tutti i costi e la sconvolgente brutalità dei metodi usati per ottenere tali indizi. Dopo anni di indagini, a tratti molto frustranti, la giovane agente riesce a scovare quel filo che porterà all’irruzione dei Navy Seal nel rifugio del terrorista più ricercato del mondo.
Il fatto di aver incentrato Zero Dark Thirty sul personaggio di Maya, non realmente esistito, per raccontare invece un evento storico, rappresenta un po’ il principale elemento di forza del film; in questo modo, infatti, la cronaca documentaristica è stata corroborata da un’intensa vicenda umana, che corre parallela e che poi si fonde con l’altra, come se l’ossessiva caccia al “demonio” di Maya non fosse altro che un duro percorso interiore alla ricerca di se stessa. La giovane agente Cia, con la sua ansia rabbiosa di raggiungere il suo “sacro” obiettivo, diventa il simbolo di un’intera nazione che, traumatizzata dall’abominio dell’undici settembre, non può trovare pace senza la giusta punizione di chi ha concepito quell’atto di disumana viltà ma poi si rende conto di quanto sia effimero il piacere della vendetta, anche la più giusta. Per un ruolo così centrale e pieno di sfumature, Jessica Chastain si è rivelata perfetta ed è meritatamente in corsa per l’Oscar come miglior attrice protagonista; la sua Maya – così algida e decisa ma anche tormentata dalla sua stessa feroce determinazione – è una di quelle interpretazioni che segnano il punto di svolta di un’intera carriera, la consacrazione di un talento.
Anche sotto l’aspetto prettamente tecnico, il film esprime valori importanti, in virtù di un montaggio che conferisce i giusti tempi alla narrazione, di una fotografia che dosa sapientemente luci ed ombre, di una colonna sonora insolita ed a tratti maestosa; la Bigelow, poi, conferma la sua abilità nella costruzione della scena, conferendo la giusta “temperatura” drammatica ai vari momenti del racconto e, in particolare, dando vita ad alcune sequenze di azione di grande forza visiva. In definitiva, Zero Dark Thirty è un’opera di grande impatto, intensa ed avvincente, che emoziona e coinvolge in maniera intelligente, offrendo al pubblico un’opportunità d’intrattenimento di grande qualità.
(Zero Dark Thirty) Regia: Kathryn Bigelow; sceneggiatura: Mark Boal; fotografia: Greig Fraser; montaggio: Dylan Tichenor, William Goldenberg; musica: Alexandre Desplat; scenografia: Jeremy Hindle; interpreti: Jessica Chastain, Joel Edgerton, Jason Clarke, Mark Strong, Edgar Ramirez; produzione: Annapurna Pictures, First Light Production; distribuzione: Universal Pictures; origine: Usa; durata: 157’.
