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On the Beach at Night Alone

Pubblicato il 17 febbraio 2017 da Matteo Galli

VOTO:

On the Beach at Night Alone

Per la seconda volta chi vi scrive vede e recensisce un film di Hong Sangsoo. La prima volta era accaduto quattro anni fa, il film si intitolava Nobody’s Daughter Haewon ed era passato, appunto, nella Berlinale del 2013. Come succede in questi casi, uno si va a rileggere la propria recensione e bisogna dire che l’impressione, a riscorrere quelle righe, è stata molto buffa, perché per quattro quinti potremmo riproporre quel che scrivevamo quattro anni fa, le parole cui ci permettiamo di rimandare. Nulla, ma proprio nulla è cambiato da allora: Hong Sangsoo – che da allora ha girato altri sei film e due risultano in postproduzione, ha una media dunque di due-tre pellicole all’anno - era e resta regista da festival, praticamente senza distribuzione fuori dal proprio paese (con l’eccezione della Francia che lo ha un po’ adottato), anche in quest’ultimo film Hong Sangsoo resta fedele alla sua immagine di Rohmer coreano con le sue storie quotidiane, incentrate su piccoli eventi ma con l’ambizione talora un po’ velleitaria di alludere a cose ben più grandi (l’amore, il tempo, la morte), anche in questo film la protagonista è una donna, in questo caso risponde al nome di Younghee un’attrice in crisi, all’inizio (vedi sotto) in fuga, interpretata da Kim Minhee, anche in questo film Hong Sangsoo ricorre, in funzione apparentemente espressiva, allo zoom, anche se poi appare difficile che cosa voglia esprimere con questo artificio, anche in questo film si parla, si parla, si parla, spesso in modo ridondante, si ha la sensazione che anche in questo film valga quanto il regista aveva dichiarato in merito al film del 2013, ossia che gli attori abbiano ricevuto ogni mattina il testo della parte che sarebbe stata girata quel giorno, che dunque anche in questo caso la sceneggiatura non sia esattamente da considerarsi il punto di forza. Se nel film del 2013 il filo conduttore era il diario della protagonista, qui abbiamo invece una narrazione strutturata su due capitoli, uno più breve e uno più lungo, probabilmente non molto distanti l’uno dall’altro sul piano cronologico. Quello più breve si svolge in Germania ad Amburgo e racconta dell’incontro della protagonista in fuga dalla Corea - a causa, sembra, di una relazione con un uomo sposato - con un’altra donna coreana, un po’ mascolina, incontri costellati di passeggiate nei parchi della città anseatica. L’argomento principale toccato lungo queste conversazioni in cui Younghee per lo più parla e l’altra per lo più ascolta è per l’appunto l’amore, ma – lo ripetiamo – la banalità e la ridondanza sono costantemente dietro l’angolo, anche nei pochissimi incontri con persone del luogo, fra cui un libraio, compositore di morceaux musicali per pianisti principianti. Nel secondo capitolo ritroviamo Younghee di nuovo in Corea, gli amici ne salutano il ritorno in patria, e anche qui si parla di amore, bellezza, di solito mangiando molto e bevendo molto, con la bottiglia di una nota marca di birra coreana reiteratamente in bella vista, mai visto un product placement tanto smaccato. Verso la fine del film Younghee si addormenta un po’ depressa sulla spiaggia (forse così si spiega il titolo?), qualcuno viene a svegliarla e da lì parte l’ultima lunga sequenza, di nuovo a cena, con alcuni personaggi che appartengono a una troupe cinematografica, fra i quali si palesa il Regista, così chiamato, cioè mai chiamato per nome, la scena presenta anche qualche impennata di drammaticità, Younghee alza la voce (anche se non si capisce veramente perché). Ma finita la scena, ecco che ritroviamo Younghee sulla spiaggia, addormentata, quasi che l’ultima sequenza sia stato solo un sogno, anche se poi il sogno non ci pare differenziarsi più di tanto dalla realtà. Per quanto ci riguarda Hong Sangsoo ha chiuso.


CAST & CREDITS

(Bamui Haebyun –Eoseo Honja). Regia: Hong Sangsoo; sceneggiatura: Hong Sangsoo fotografia:Kim Hyungkoo, Park Hongyeol; montaggio: Hahm Sungwon; interpreti: Kim Minhee (Younghee), Seo Younghwa (Jeeyoung), Jung Jaeyoung (Myungsoo), Mung Sungkeun (Sangwon) produzione: Jeonwonsa Film, Seoul origine:Corea 2017; durata: 101’.


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