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Ora o mai più

Pubblicato il 17 novembre 2003 da Simona Morgantini


Ora o mai più

Lucio Pellegrini. il regista del film, (al suo terzo cortometraggio dopo aver girato le fortunate commedie brillanti E allora Mambo! e Tandem) afferma in conferenza stampa di non aver voluto fare un film ideologico bensì un romanzo di formazione: la storia di un ragazzo di provincia, serioso e tranquillo, che si scontra con la violenza della Storia che cambia drasticamente la sua vita. Il genere del romanzo di formazione con Muccino, Virzì e Tavarelli, sembra molto in auge nel giovane cinema italiano, tuttavia il film di Pellegrini esplora finalmente territori finora non ancora sondati (e scontati): l’episodio centrale del film è il racconto delle giornate del G8 che Pellegrini ha realizzato dopo aver realizzato copiosissime ricerche di documentazione. Il film è stato scritto su un soggetto di Angelo Carbone e Roan Johnson e sembra diviso in tre segmenti narrativi che hanno un registro stilistico diverso. Nella prima parte si introduce la vita di David, studente modello di Fisica e ragazzo di provincia, molto inquadrato, iscritto alla Normale. Impegnato con gli esami, secchione occhialuto e represso, vive solo per studiare ma un giorno incontra Viola, una ragazza molto bella. Viola gli passa un volantino e lui per seguirla entra in contatto con un mondo nuovo che trasforma la sua vita: i collettivi studenteschi e i centri sociali autogestiti. In questa prima fase Pellegrini usa i toni scanzonati e brillanti del già citato Virzì (Ovosodo) e a sprazzi ci offre un ritratto un po’ edulcorato dei giovani frequentatori del Centro Sociale. Il Csa in questione infatti invece di essere un orrido baraccone fatiscente nella periferia metropolitana, privo di servizi adeguati e fornito di pc raccattati e assemblati alla meno peggio come è di solito nella realtà, sembra concepito e arredato da un architetto alla moda, i pc sono tutti nuovissimi e all’avanguardia e i ragazzi che si sballano (vestiti con colori arcobaleno benetton piercing e rasta post figli dei fiori) sembrano usciti da uno spot di un nuovo drink alcolico per una pubblicità per MTV. In effetti si vuole mettere in luce le contraddizioni di questi giovani che nello stesso momento in cui acquisiscono consapevolezza della Storia e della realtà politica e sociale si trascinano dietro immaturità e forse anche per l’appunto la subcultura di un consumismo che diffonde l’ignoranza delle droghe e dell’alcol e del narcisismo infantile In ogni caso l’energia gioiosa dei ragazzi e della loro speranza è bene descritta e amplificata da scelte musicali ad hoc. La seconda parte è la più bella in assoluto e qui il film cambia registro e spicca il volo: la cronaca drammatica delle violenze compiute a Bolzaneto. Le torture e i pestaggi sono state compiute al canto di Faccetta Nera su gente inerme e innocente totalmente estranea all’estremismo rivoltoso...colpevoli solo di manifestare dissenso nei confronti delle ingiustizie compiute ai danni dei più deboli del pianeta dai potenti della terra. Tutto ciò viene narrato con un lirismo assolutamente privo di retorica e distaccato da qualsiasi distorsione e strumentalizzazione ideologica. I fatti sono narrati per come sono avvenuti (anzi a detta di quelli che hanno vissuto l’esperienza G8 anche in modo soft) e si commentano da soli. L’esperienza del G8 se da una parte rafforza gli ideali dei ragazzi dall’altra però segna anche una crisi al loro interno che verte fondamentalmente sul rifiuto dell’uso della violenza. La terza ed ultima parte del film lascia volutamente un finale aperto e lascia un po’ insoddisfatti. Il film comunque comunica entusiasmo ed energia positiva : in un’ italietta fascistoide e provinciale, alienata dai falsi miti del consumismo e della subcultura televisiva, in cui trionfa un cinismo furbastro e compiaciuto e molto comodo che contagia purtroppo anche tanti nostri intellettuali e cineasti, è bello vedere che esiste invece anche un altro potente e molto più nobile movimento di idee seppur ancora in fieri.

regia: Lucio Pellegrini sceneggiatura: Lucio Pellegrini, Angelo Carbone, Roan Johnson fotografia: Gherardo Gossi montaggio: Walter Fasano musica: Giuliano Taviani interpreti: Jacopo Bonvicini, Violante Placido, Edoardo Gabbriellini, Elio Germano, Camilla Filippi produzione: Fandango origine: Italia 2003 durata: 120’ distribuzione: O1 Distribution

[novembre 2003]

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